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da: organizzatori

Dopo le tappe inaugurali e il primo weekend, il Ferrara Buskers Festival®, la 29esima Rassegna Internazionale del Musicista di Strada, inonda di note la città estense fino al 28 agosto, con oltre 100 spettacoli al giorno e tanti eventi collaterali.

La magia della musica fa risplendere di meraviglia Ferrara, dove la 29esima Rassegna Internazionale del Musicista di Strada entra nel vivo, con altri 6 giorni di spettacoli on the road. Dopo il primo weekend ferrarese e le tappe di Mantova il 18, Comacchio il 19 e Lugo il 22, il Ferrara Buskers Festival® inonda di suoni la città estense fino al 28 agosto 2016. Gli show messi in scena da oltre 1000 musicisti provenienti da tutto il pianeta renderanno incantato il centro storico Unesco dalle 18.00 a mezzanotte. Sullo sfondo delle più scenografiche piazze e strade rinascimentali e medievali di Ferrara, i 20 gruppi invitati (cartello blu), di cui 4 provengono dall’Austria, la nazione ospite di questa edizione, e le oltre 300 formazioni di accreditati (cartello giallo) si esprimeranno in performance sonore ed artistiche oltre il limite del possibile. Generi musicali nuovi, strumenti auto-costruiti, reinterpretazioni musicali del passato, canzoni inedite e nuove sperimentazioni, spettacoli di giocoleria, acrobatica e di tante discipline dell’arte di strada si potranno vivere passeggiando nel cuore della città estense. «È una grande festa carica di emozioni – dice Roberta Galeotti, Responsabile dei Musicisti Invitati – e gli artisti sono davvero dei grandi professionisti. Dopo tanti anni di festival, sono ancora stupita dai loro talenti e dal feeling che riescono a creare con il pubblico. Ogni anno le sorprese non mancano mai». Dopo gli spettacoli on the street, lo spettacolo si sposta alle 24.00 nel parco del Sottomura dove la musica continua con la BuskerNight del Puedes Summer Night. Tanti, inoltre, gli eventi collaterali, tra mostre e workshop di fotografia, esposizioni d’arte, tango sotto le stelle, enogastronomia, artigianato d’autore, ed incontri ed interviste con i musicisti protagonisti. Tante anche le iniziative green del Progetto EcoFestival.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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