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Da Partito Democratico

Nota di Paolo Calvano. “Presto dall’Emilia-Romagna forniremo il nostro contributo scientifico al percorso nazionale sulla fibromialgia”

Oggi è la giornata in cui, in tutto il mondo, si porta all’attenzione della comunità sanitaria e dell’opinione pubblica una malattia ancora poco conosciuta, ma più diffusa di quanto si pensi. La fibromialgia è riconosciuta dall’OMS dal 1992. Tuttavia la strada da fare per valutarne l’effettivo impatto (si stima che ne soffrano in Italia tra l’1,5 e il 2% della popolazione, in prevalenza femminile; ma a seconda del metodo di calcolo, la percentuale potrebbe anche essere doppia o addirittura quadrupla) al fine di facilitarne il riconoscimento e il percorso di cura, è agli inizi.
Da un paio di anni sono attivo sul tema e a seguito degli impegni assunti a fine 2015 dall’Assessorato regionale alla salute, grazie all’interrogazione da me presentata con il supporto di numerosi colleghi consiglieri Pd, in Emilia-Romagna stiamo definendo il percorso utile a dare risposte e soluzioni alle persone affette da fibromialgia.
La scorsa estate è stato istituito il gruppo tecnico di lavoro della Regione Emilia-Romagna, composto da reumatologi e altri specialisti delle aziende sanitarie regionali e dell’Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna, con l’obbiettivo di proporre criteri di diagnosi precisi e favorire l’identificazione della malattia, partendo da uno studio epidemiologico.
Questo gruppo, multiprofessionale e interdisciplinare, negli ultimi mesi ha lavorato alla stesura del “Documento di consenso” per la diagnosi e il trattamento della fibromialgia che sarà presentato a breve.
Possiamo già anticipare che in esso saranno fornite definizioni chiare relative alla malattia: caratteristiche, sintomi e problemi correlati. Affronterà i punti relativi all’epidemiologia della patologia, della valutazione e appropriatezza dei criteri diagnostici e dei trattamenti farmacologici e non con cui trattarla. Considerato che la fibromialgia viene diagnosticata dopo aver escluso altre patologie, sottoponendo il paziente a esami e visite differenziati, con tempistiche lunghe, sicuramente sarà centrale il tema della presa in carico e gestione di chi ne è affetto.
Questo documento, come sanno bene le tante persone che si occupano della sindrome, rappresenta un passo avanti davvero importante.
Sono certo che il serio e scrupoloso lavoro predisposto dalla Regione, una volta ultimato e trasmesso al Consiglio Superiore di Sanità, possa diventare un utile contributo al raggiungimento del riconoscimento della fibromialgia a livella nazionale.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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