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Da organizzatori

Il MEIS è tra i protagonisti del Salone Internazionale del Restauro, dei Musei e delle Imprese Culturali, che dal 21 al 23 marzo 2018, alla Fiera di Ferrara, festeggia la XXV edizione.

Il Museo è presente con uno stand nel padiglione 3, dove il pubblico è invitato a scoprire quanto il MEIS sia legato agli ambiti del restauro, della riqualificazione e della valorizzazione dei beni storici, artistici e culturali, con riferimento sia all’edificio in cui sorge, sia ai contenuti e alle tecniche di allestimento che propone.

Su questi temi sono focalizzati anche gli interventi del MEIS nel programma scientifico della manifestazione. Il Presidente Dario Disegni è tra i relatori del workshop di Federculture “Cultura di Gestione – Le imprese culturali si confrontano”, in calendario giovedì 22, a partire dalle 9.00, presso la Sala Diamanti della Fiera (padiglione 6). Alle 16.00 dello stesso giorno, nella Sala A (tra i padiglioni 3 e 4) il Museo organizza il seminario “Portare un altro tempo al nostro tempo. Un museo che parla dell’antico in modo contemporaneo: il caso MEIS”. Dopo i saluti di Massimo Mezzetti, Assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, e l’introduzione di Disegni e del Direttore Simonetta Della Seta, l’architetto Giovanni Tortelli dello studio GTRF, che ha vinto la gara per l’allestimento del percorso espositivo sui primi mille anni di presenza ebraica in Italia, spiega come dar forma a un museo di ultima generazione. E come anche ciò che viene da un lontano passato – segni, parole, immagini – vada attualizzato e legato al mondo contemporaneo, per essere reso comprensibile. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Ferrara e la Fondazione Architetti di Ferrara. Agli iscritti all’Ordine saranno riconosciuti due crediti formativi professionali, previa registrazione obbligatoria sul sito imateria.awn.it o su ordinearchitetti.fe.it.

Infine, nella serata di giovedì 22 marzo, un evento speciale al MEIS (Via Piangipane 81), promosso insieme a Federculture: dalle 21.00, cinquanta visitatori possono effettuare, al costo ridotto di 8 € ciascuno (anziché 10 €), una visita guidata della mostra Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni e dell’installazione Con gli occhi degli ebrei italiani, accompagnati da Della Seta e dalla curatrice Sharon Reichel. Visto il numero limitato di posti disponibili – a causa della capienza delle sale in cui si articola il percorso museale –, chi fosse interessato a cogliere questa opportunità deve accreditarsi entro le 18.00 di mercoledì 21 marzo, inviando una mail all’indirizzo meis@coopculture.it.

Grazie alla partnership tra Restauro, MEIS e Federculture, chi non riuscirà a beneficiare della visita guidata del 22 sera potrà comunque, per tutta la durata del Salone, accedere alla mostra e al percorso espositivo a soli 8 €: basterà ritirare in Fiera, presso lo stand del MEIS, l’apposito coupon, recarsi al Museo e presentarlo alla biglietteria in questi orari: mercoledì e venerdì 10.00-18.00; giovedì 10.00-23.00 (servizio di biglietteria attivo fino a un’ora prima della chiusura).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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