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Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…
(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

 

Martedì 31 dicembre 2013 – Lucio Dalla, L’anno che verrà

Lunedì 30 dicembre 2013 – Ligabue, Il peso della valigia

Domenica 29 dicembre 2013 – Daniele Silvestri, Salirò

Sabato 28 dicembre 2013 – Luigi Tenco, Lontano lontano

Venerdì 27 dicembre 2013 – Paolo Conte con Bruno Lauzi, Genova per noi

Giovedì 26 dicembre 2013 – Ludovico Einaudi, I giorni

Mercoledì 25 dicembre 2013 – John Lennon, Imagine

Mercoledì 25 dicembre 2013 – Arcangelo Corelli, Concerto grosso n.8 op. 6 “Fatto per la notte di Natale”

Martedì 24 dicembre – Edoardo Bennato, Un giorno credi

Lunedì 23 dicembre 2013 – Cat Stevens, Sitting

Domenica 22 dicembre 2013 – Franco Battiato, La cura

Sabato 21 dicembre 2013 – Noa, Eye in the sky

Venerdì 20 dicembre 2013 – Giorgio Gaber, Il conformista

Giovedì 19 dicembre 2013 – Vasco Rossi, Gli angeli

Mercoledì 18 dicembre 2013 – Ivano Fossati, Mio fratello che guardi il mondo

Martedì 17 dicembre 2013 – Fabrizio De Andrè, Don Raffaè

Lunedì 16 dicembre 2013 – Mercedes Sosa, Todo cambia

Domenica 15 dicembre 2013 – Ismael Lo, Tajabone

Sabato 14 dicembre 2013 – Sting, Message in a bottle

Venerdì 13 dicembre 2013 – Alanis Morissette, Utopia

Giovedì 12 dicembre 2013 – Francesco De Gregori, Viva l’Italia

Mercoledì 11 dicembre 2013 – Alberto Radius, Nel ghetto

Martedì 10 dicembre 2013 – Assemblea Musicale Teatrale, La nostra storia

Lunedì 9 dicembre 2013 – Ivan Graziani, Firenze

Domenica 8 dicembre 2013 – Abba, The winner takes it all

Sabato 7 dicembre 2013 – Ivano Fossati, C’è tempo

Venerdì 6 dicembre 2013 – Tracy Chapman, Talkin ‘bout a revolution

Giovedì 5 dicembre 2013 – Francesco Guccini, Cyrano

Mercoledì 4 dicembre 2013 – Paolo Rossi, In Italia si sta male

Martedì 3 dicembre 2013 – Pierangelo Bertoli, Eppure soffia

Lunedì 2 dicembre 2013 – Franco Battiato, Povera Patria

Domenica 1 dicembre 2013 – Enzo Jannacci, Il bonzo

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


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