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Marzia Marchi, ambientalista

 

Dubbio e ragione da una parte, orgoglio e pregiudizio (mi si perdoni la citazione) dall’altra.

Riassumerei così oggi la contrapposizione che vede un sovrapporsi di schieramenti nei vari angoli di mondo infestati dalla guerra. La ragione non può non coabitare con il dubbio, il cosiddetto dubbio metodico di Cartesio il quale consiste nel valutare ogni affermazione, ritenendola almeno inizialmente falsa, al fine di scoprire dei principi ultimi che risultino invece indubitabili e su cui fondare poi tutta la conoscenza. La massima cartesiana Cogito ergo sum, ( penso dunque sono) rischia di essere sostituita da agisco dunque sono poiché al posto della ratio (ragione), oggi agiscono due sentimenti sui quali sono già state spese mirabili parole ( mi riferisco a Jane Austen ovviamente), l’orgoglio – quello della razza superiore, della discendenza illuminista, della democrazia da esportazione e il pregiudizio- quello che vede l’islam come usurpatore della supremazia cattolica e ancorato ad un modello di società autoritario e discriminatorio e il diverso come inferiore. Così abbiamo i terroristi cattivi ( jiahdisti, qaedisti, neo califfi ecc) e “gli occidentali” buoni, che si spendono a salvare la democrazia , ad eliminare – a suon di guerre – i dittatori di altra fede.

Ora la ratio e il dubbio dovrebbero aiutarci a mettere sullo stesso piano le violenze compiute da una parte e dall’altra e ad agire per un fine altro, che non sia la supremazia di una parte. Francamente non me la sento di assolvere i bombardamenti su Gaza, così come la distruzione dell’Iraq o della Libia con l’uccisione dei loro leader, per quanto autoritari, o l’accordo con Assad, in funzione anti Isis, né di gridare al boia russo in salvezza dell’Ucraina filo europeista. Ovviamente non assolvo una sola azione dei cosiddetti terroristi ma cerco di indagare gli interessi dei potenti al cui gioco serve un nemico, che lo diventa nello stesso istante in cui lo nomino. Gli affari fatti con Saddam, con Gheddafi, con la stessa Isis dalle lobby economiche e politiche americane, saudite e ed europee, ribaltano il concetto di nemico a proprio piacimento facendo leva sull’orgoglio appunto e il pregiudizio di cui siamo impastati e intrisi. Stando alla sollecitazione del titolo, tra i valori ne esiste solo uno, supremo: la pace, che significa spendersi nella solidarietà e abbandonare il pregiudizio che ci fa considerare popolazioni vittime di violenze come complici dei poteri che le annientano.

Avversari da combattere? Oggi e come sempre la ricchezza che si concentra nelle mani di pochi, che si traduca in un califfato, in un sultanato o in una democrazia del denaro. Non serve nemmeno tanta ragione per arrivare a questo principio indubitabile, basta la Storia, e una sua analisi sufficientemente approfondita, per vedere come i nemici e i valori si creino e si distruggano, a vantaggio di coloro che hanno un unico obiettivo: mantenere il loro status di potere per controllare le ricchezze del mondo.

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Redazione di Periscopio

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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