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Da Cooperativa Camelot

01 ottobre 2017 – Il progetto Vesta – Rifugiati in Famiglia è stato presentato al Festival di Internazionale a Ferrara 2017 nell’ambito dell’incontro “A casa nostra. Quando i profughi sono ospitati in famiglia”.

All’incontro hanno partecipato Carlo De Los Rios, amministratore delegato della cooperativa Camelot, Daniela Di Capua, direttrice del Servizio Centrale SPRAR – Sistema di Accoglienza per Richiedenti Asilo e Rifugiati, Giuseppe con Oumar, il rifugiato che sta ospitando in casa nell’ambito del progetto Vesta, Antonella e Fabrizio, famiglia che ha aderito al progetto Vesta con Moussa, il ragazzo che hanno accolto.

L’incontro, seguito da un pubblico numeroso che ha affollato il Chiostro Piccolo di San Paolo a Ferrara, è stata l’occasione per raccontare Vesta, progetto culturale e di innovazione sociale ideato e sviluppato da Camelot per supportare l’integrazione e l’autonomia delle persone rifugiate offrendo ai cittadini la possibilità di ospitarle nelle proprie case. La piattaforma digitale www.progettovesta.com permette facilità di accesso a chi si vuole candidare, la costruzione di una community di famiglie accoglienti e riscontri costanti sull’andamento dell’accoglienza, che viene supportato dai professionisti specializzati della cooperativa.

Camelot è una cooperativa oggi attiva nei territori di Ferrara, Bologna e Ravenna, che dal 1999 opera per rispondere, insieme alle istituzioni del territorio, ai bisogni sociali emergenti e per costruire nuovi modelli di comunità orientati alla coesione sociale e alla riduzione delle discriminazioni.

Dal 2014 Camelot ha inteso impegnarsi in particolar modo per la gestione dell’accoglienza di minori stranieri non accompagnati che giungono soli sul territorio italiano, senza figure adulte di riferimento e hanno specifiche necessità di tutela. L’obiettivo dei progetti gestiti dalla cooperativa è quello di garantire il diritto alla protezione, alla salute, all’istruzione, all’unità familiare, alla tutela dallo sfruttamento e all’inclusione. Nel farlo Camelot ha studiato e attivato modalità di accoglienza diffusa che favorissero il protagonismo dei territori e la partecipazione delle comunità. In questo senso ha messo a disposizione dei cittadini Vesta: progetto rivolto ai neomaggiorenni (dai 18 anni ai 18 anni e 6 mesi), per accompagnarli verso l’autonomia.

Il progetto è partito, per il territorio di Bologna nell’aprile 2016 ed oggi conta 126 candidature, 29 accoglienze attivate, 18 famiglie che stanno accogliendo altrettanti ragazzi, 40 cittadini e nuclei famigliari che hanno seguito il percorso di formazione preliminare all’ospitalità.

“Quello che riscontriamo nella famiglie che aderiscono al progetto Vesta è una forte spinta valoriale, ma non si tratta di supereroi, bensì di persone normali che dimostrano come questa

esperienza sia alla portata di tutti” ha raccontato Carlo De Los Rios, amministratore delegato di Camelot.

“Non pretendo di sostituirmi a suo padre. Mi dimostro curioso di lui, come lui lo è di me e di mio figlio, e cerco di mostrargli gli aspetti reali della vita in Italia, perché poi lui sappia gestirsi da solo quando terminerà il progetto” ha spiegato Giuseppe, famiglia accogliente di Vesta.

“Studio la lingua italiana assieme al figlio di Giuseppe e questo mi aiuta anche nei due lavori che faccio, di giorno in un hotel e di sera in un pub” ha detto Oumar, rifugiato maliano.

Antonella e Fabrizio hanno accolto Moussa, rifugiato beninese, nell’ottobre 2016 e una delle prime attività fatte assieme è stata proprio partecipare da spettatori al Festival Internazionale a Ferrara. Quest’anno sono tornati da protagonisti per raccontare la loro storia di convivenza che si è conclusa a luglio. “Abbiamo aperto la nostra casa perché lo ritenevamo un dovere civile ed è stato un arricchimento umano straordinario” ha riportato Fabrizio. “Non abbiamo avuto nessun problema con Moussa, la cooperativa Camelot ci ha supportato prima, durante e dopo, questo per noi è stato molto importante. E’ un’esperienza che consiglio a tutti, a me ha cambiato il punto di vista sui migranti” ha confermato Antonella. “Antonella e Fabrizio mi hanno consigliato nei momenti di difficoltà, mi hanno aiutato con l’italiano e mi hanno spinto a credere in quello che volevo fare. Ora studio, faccio teatro e lavoro come operatore in un centro di accoglienza per aiutare altri ragazzi come me”

In autunno il progetto Vesta partirà su Ferrara per 7 posti nell’ambito dello SPRAR – Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati e prossimamente verrà attivato anche a Cesena e a Reggio Emilia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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