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Un artista del vetro, che vive e lavora a Ferrara, ha sviluppato una tecnica e uno stile di lavorazione tanto particolari da essere chiamato nelle scuole di arte e design in Italia e all’estero per insegnare come plasmare questo materiale. E’ Alberto Gambale, diplomato all’Accademia di belle arti di Bologna, con oltre vent’anni di esperienza artigiana e artistica che lo rendono uno tra i maggiori esperti della lavorazione del vetro. Gambale, infatti, è docente alla scuola Vetroricerca di Bolzano – unico ente nazionale di formazione artistica in questo campo – e tiene annualmente corsi al Centro nacional del vidrio di La Granja, vicino a Madrid, in Spagna. La sua tecnica spazia dalla più moderna vetrofusione, che porta a creazioni di effetto molto contemporaneo, fino alla classica rilegatura a piombo delle antiche vetrate.

Un’occasione per vedere le realizzazioni di Gambale è la mostra, a Porta degli angeli fino a martedì 11 febbraio. Un bestiario fantastico, che unisce creatività e pulizia stilistica. Un missile con le squame di pesce e le ali di uccello accoglie il visitatore. Il mostro colorato è come un richiamo a entrare in questo fortilizio dalle ampie porte-finestre che si affacciano sul verde delle mura di Ferrara. Gambale rivela qui la sua capacità di dare un’anima giocosa a vetro, legno e acciaio. Il manufatto di grandi dimensioni, oltre 4 metri di lunghezza per un paio di metri d’altezza, apre la rassegna dedicata alla serie di creature immaginarie. All’interno altre opere trasformano in un percorso ricco di magia stanze, anfratti e scale a chiocciola di questa torretta civica. Ogni scultura diventa elemento narrativo capace di sfruttare gli spazi dell’edificio storico. Il filo conduttore è evocato dal titolo della mostra: “Il volo dei senza nome”.

Un viaggio che continua dopo il debutto, ormai una decina di anni fa, all’interno del castello del Verginese, vicino a Portomaggiore di Ferrara. La Delizia è stata la residenza di Laura Dianti, compagna del duca di Ferrara Alfonso d’Este dopo la morte della moglie Lucrezia Borgia. Una leggenda vuole che lo spirito della Dianti aleggi ancora in quella dimora ferrarese. E partendo da questo spunto suggestivo, legato alla storia estense, Gambale crea il percorso scultoreo che vede l’antica dama nei panni immaginifici di donna-albero, amica e guardiana degli strani animali approdati in sua compagnia con il comune desiderio di spiccare il volo. Una favola che prende le sembianze traslucide, attuali e suggestive del vetro colorato e delle forme giocose di strani animali, dove ogni creatura si può indovinare per il tipo di maculazione e forma di zampe, dorsi e creste. La primadonna di corte è presentata in sembianze arboree, mentre zebra, toro e camaleonte sono accomunati dalla presenza di un becco di uccello, che simboleggia l’inizio della metamorfosi in atto per esaudire il sogno di staccarsi da terra.

Numerose le esposizioni e le opere pubbliche realizzate dall’artista. Sue opere sono conservate in collezioni museali e private. Da alcuni anni affianca alla propria produzione la collaborazione con artisti e studi di progettazione architettonica.

La mostra “Il volo dei senza nome” dentro a Porta degli angeli, in Rampari di Belfiore 1 a Ferrara, è a cura di Alberto Squarcia e Vincenzo Biavati dell’associazione Stileitalico in collaborazione con la Circoscrizione 1. Orari: fino all’11 febbraio tutti i giorni 15-17. Sabato e domenica 10,30-12,30 e 14,30-18 con musica e laboratorio per bambini e ragazzi.

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Le opere di Alberto Gambale per la mostra “Il viaggio continua” (foto di Aldo Gessi)
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Le opere di Alberto Gambale per la mostra “Il viaggio continua” (foto di Aldo Gessi)
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Le opere di Alberto Gambale per la mostra “Il viaggio continua” (foto di Aldo Gessi)
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Le opere di Alberto Gambale per la mostra “Il viaggio continua” (foto di Aldo Gessi)
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Le opere di Alberto Gambale per la mostra “Il viaggio continua” (foto di Aldo Gessi)
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Le opere di Alberto Gambale per la mostra “Il viaggio continua” (foto di Aldo Gessi)
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Le opere di Alberto Gambale per la mostra “Il viaggio continua” (foto di Aldo Gessi)
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Le opere di Alberto Gambale per la mostra “Il viaggio continua” (foto di Aldo Gessi)
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Le opere di Alberto Gambale per la mostra “Il viaggio continua” (foto di Aldo Gessi)
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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore del mantovano volante” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” dedicato all’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017).

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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