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Da Unife

Importante riconoscimento al Prof. Luigi Beccaluva, già ordinario di Petrologia e Petrografia presso il Dipartimento di Fisica e Scienze della terra dell’Università di Ferrara. Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con proprio decreto gli ha conferito il titolo di Professore Emerito. Un titolo che premia l’intera sua carriera accademica, contraddistinta da un lungo impegno didattico, scientifico, istituzionale.
Come riporta il verbale del Consiglio del Dipartimento di Fisica e Scienze della terra che ha proposto il conferimento…“ Durante il servizio trentennale presso l’Università di Ferrara il Prof. Beccaluva ha profuso un non comune impegno in numerosi, ripetuti e continuativi incarichi accademici: è stato Direttore dell’Istituto di Mineralogia, Presidente del Consiglio di Laurea in Scienze Geologiche, Direttore di Master in Geotecnologie, Membro del Consiglio di Amministrazione, Senato Accademico e Consiglio della Ricerca. E’ stato inoltre per 13 anni Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Scienze della Terra. L’attività di ricerca, di assoluta eccellenza e di indiscutibile profilo internazionale, ha riguardato la genesi dei magmi basaltici, le loro sorgenti di mantello e i diversi ambienti geodinamici terrestri, integrando con successo gli aspetti prettamente petrologici con quelli geochimici e geofisici. In particolare, il Professor Beccaluva è stato uno dei primi scienziati ad occuparsi dell’evoluzione dei sistemi vulcanici di arco insulare del Pacifico occidentale e della loro comparazione con sistemi di arco dell’area Mediterranea. Parallelamente, ha sviluppato ricerche innovative sulle sequenze ofiolitiche sia nell’area Mediterranea che in quella Caraibica, proponendone una classificazione, tutt’oggi riconosciuta a livello internazionale, in relazione ai vari ambienti di formazione della litosfera oceanica. Ha sviluppato inoltre progetti di ricerca su complessi alcalino-carbonatitici associati a grandi espandimenti basaltici in Brasile, India, Nord-Africa ed Etiopia, contribuendo in modo significativo al dibattito sulla natura dei “plume di mantello” ed eventi catastrofici associati”.
Il titolo gli verrà consegnato dalle mani del Rettore Giorgio Zauli nel corso della prossima cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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