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Da: Comune di Ferrara

Ha per titolo ‘Dolcissimo Sospiro’ il concerto di musica rinascimentale organizzato per domenica 18 settembre dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e dall’Associazione ‘Grandezze & Meraviglie’ nel salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia, nell’ambito del Festival Musicale Estense. Per l’occasione è prevista la chiusura anticipata del museo alle 16 e l’inizio del concerto alle 17 (ingresso da 5 a 13 euro in vendita, a Palazzo Schifanoia, a partire dalle 16 fino a inizio concerto e fino a esaurimento dei 70 posti disponibili).

Nuovo appuntamento con il Festival “Grandezze e Meraviglie” a Ferrara. Domenica 18 settembre alle 17 l’affascinante cornice del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia ospiterà il programma “Tenzoni d’amore”, protagonista la voce della soprano Vera Milani in duo con l’arpista Mikari Shibukawa, con musiche, tra gli altri, di Monteverdi, Caccini e Merula.
Nella musica barocca, la “Prima pratica”, esemplificata dal modello polifonico di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525 ca.- 1594), prevedeva che la musica dominasse il testo in una rigida gerarchia; in competizione con questo approccio Claudio Monteverdi (1567-1643) propugnò e teorizzò la “Seconda pratica” portando il testo a primeggiare sulla musica, dando il via di fatto alla musica moderna. Il concerto presenta una scelta di brani vocali del primo Seicento dove il testo guida la musica, mettendo in scena un vero “teatro degli affetti amorosi” declinato di volta in volta in un’altalena di contrasti sentimentali: il languore, l’abbandono, l’appagamento, la solitudine, giocando sulla dualità amante/amata in perenne tensione.

Vera Milani: soprano, si è diplomata in Canto lirico presso il Conservatorio di Musica “G. Verdi”di Como, e in Canto barocco presso la Civica Scuola di Musica a Milano. Collabora con diversi direttori ed ensemble attivi nel repertorio rinascimentale e barocco tra cui R. Balconi, F. Fanna, A. Frigè, P. Gelmini, L. Ghielmi (La DivinaArmonia), Ruben Jais (LaVerdi Barocca). Ha cantato come solista a numerosi festival di musica barocca tra cui “Festival dell’Aurora” (Crotone), festival Cantar Lontano (Marche), “Festival Internazionale” di Aosta, Festival “Le arpe in villa” (Chiari), per Milano Classica, Stresa Festival, MITO, Festival Oudemuziek Utrecht, “Oster Festival” (Tirol), festival di Brugge presso il Concertgebounw (Belgio).

Mikari Shibukawa: formatasi al Kunitachi College of Music di Tokyo, si è poi dedicata all’approfondimento della musica medievale e rinascimentale presso la Schola Cantorum di Basilea (classi di canto e arpa). Nel 2008, sotto la direzione di Mara Galassi, ha conseguito il diploma triennale in arpa barocca presso la Civica Scuola di Musica di Milano e attualmente sta studiando per il biennio superiore. Con la stessa Mara Galassi, dal 2007 a oggi, ha partecipato a diversi progetti operistici. Nel 2007, 2012 e 2013 ha suonato L’Orfeo di Monteverdi sotto la direzione di Egon Mihajlovic in Montenegro, in Slovenia e in Italia. Ha suonato vari repertori medievali e partecipato a vari festival di musica antica in Europa.

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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