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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

La Storia della Farmacia sarà al centro del 64° Congresso nazionale che si terrà sabato 20 e domenica 21 settembre nella prestigiosa cornice del Complesso di Santa Maria delle Grazie dell’Università di Ferrara, (via Fossato di Mortara, 17/19), organizzato da Unife e da AISF, Accademia Italiana di Storia della Farmacia, con la collaborazione di Federfarma Ferrara, dell’Ordine dei Farmacisti di Ferrara ed il supporto di Unifarco, Teva Italia ed Aboca.

“Il Congresso – spiega Chiara Beatrice Vicentini – Professore Associato del Dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie di Unife, Sezione di farmaco e prodotti della salute ed organizzatrice dell’evento – sarà incentrato sui ‘Musei farmaceutici e di arte sanitaria’. Per Ferrara si parlerà degli arredi settecenteschi della Farmacia Navarra, del Sistema Museale di Ateneo con i Musei Tumiati di Anatomia, della Collezione di Scienze Fisiche, dell’Orto Botanico con Erbario, strettamente legati al mondo della Farmacia. Nel corso delle giornate di studi interverranno inoltre rappresentanti di importanti realtà museali europee (Francia, Svizzera, Belgio, Polonia, Turchia) oltre che italiane. La presenza di eminenze scientifiche ancora prima e nel fulgore rinascimentale (Savonarola, Manardo, Leoniceno, Brasavola, Amato Lusitano, Paracelso) nel contesto di una corte colta ed elegante ed una Università faro del sapere medico e farmaceutico, fanno di Ferrara la città perfetta per l’evento”.
Obiettivo del Congresso è quindi far conoscere i musei farmaceutici e le loro peculiarità al fine di dare la possibilità al pubblico di fruire dei loro inestimabili beni. Verranno anche valutate le strategie, suggerite da economisti del settore, per porre le basi di una collaborazione tra le varie realtà museali italiane e quelle internazionali.
Ad intervenire al Congresso anche Ernesto Riva, Presidente Unifarco…“Nella millenaria tradizione della farmacia italiana, il mestiere del farmacista è sempre stato considerato una sorta di arte, l’arte farmaceutica appunto. Nel tempo molte farmacie hanno accumulato un patrimonio librario, strumentale e un armamentario di ceramiche e arredi che oggi costituiscono una significativa testimonianza della professione farmaceutica, oltre che un’autentica ricchezza di carattere artistico. Parte di questo patrimonio è custodito oggi nei musei farmaceutici. Il Congresso rappresenta infatti un’occasione unica per conoscere in maniera approfondita la realtà museale dedicata al mondo della farmacia in Italia e all’estero”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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