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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Al via venerdì 28 marzo alle ore 9 al Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, la seconda edizione del Corso di Perfezionamento in Management della Farmacia, che annovera tra i docenti sia universitari provenienti dall’Ateneo estense, da Parma, dall’Università della California, sia professionisti esperti del settore.
“Si tratta di un percorso formativo interdipartimentale – afferma Emidia Vagnoni, Direttore del Corso e Professore ordinario di Management sanitario di Unife – sviluppato per fornire ai farmacisti strumenti di gestione delle risorse e di controllo delle dinamiche economiche, al fine di garantire una gestione della farmacia in linea con le criticità dettate dall’attuale congiuntura. Le farmacie territoriali sia private che pubbliche, infatti, stanno vivendo una serie di criticità legate a vari fattori, tra cui l’avvento dei generici, la competizione crescente dei corner farmaceutici della grande distribuzione organizzata e l’affermazione di nuove modalità distributive dei farmaci dettate da esigenze di sostenibilità finanziaria del Servizio Sanitario Nazionale. Questi fattori hanno contribuito a ridurre sensibilmente i margini delle farmacie, portandole alla necessità di rivedere le loro forme di gestione alla luce del nuovo contesto operativo”.
Alla giornata di apertura parteciperanno il Vice Presidente A.S.SO.FARM, Francesco Schito, la Presidente FEDERFARMA delle Farmacie Rurali, Stefania Menegatti, in qualità di delegata dal Presidente Regionale Federfarma, ed il Presidente dell’A.F.M. Farmacie Comunali di Ferrara, Riccardo Zavatti.
“Il percorso – conclude Emidia Vagnoni – si svilupperà in nove giornate da marzo a settembre 2014, in cui i 31 partecipanti provenienti da varie regioni, affronteranno argomenti quali le modalità di valutazione dei costi, la lettura del bilancio ai fini fiscali, la gestione del magazzino e delle risorse umane, tecniche di marketing e fidelizzazione dei clienti, indispensabili per poter ricoprire efficacemente il ruolo di ‘Manager di Farmacia’”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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