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da: ufficio stampa Consorzio di tutela del riso del Delta del Po Igp

Taglio di Po, 2 marzo 2016 – Conferme ai vertici del Consorzio di Tutela del Riso del Delta del Po IGP che ha visto l’elezione del nuovo CDA del quale fanno parte Giampaolo Cenacchi, Antonio Giovanni Bezzi, Patrizia Cavazzini, Terenzio Finotti, Ado Guerrini, Alessandro Grandi, Tommaso Pagnan, Giorgio Uccellatori e il nuovo consigliere Geremia Baldovino. Il Consiglio, così eletto all’unanimità, ha confermato come suo Presidente il Sig. Adriano Zanella e nominato come vice presidente il sig. Cenacchi Paolo.
Adriano Zanella, classe 1944 e residente a Noventa Vicentina, è titolare dell’Azienda Agricola Tenuta Florio s.s. sita in Jolanda di Savoia. Fa parte dei 12 soci fondatori che si impegnarono nella nascita del Consorzio di Tutela del Riso del Delta del Po IGP i cui Soci, ad oggi, tra coltivatori, trasformatori e confezionatori – rappresentano il 100% della produzione IGP del territorio del Delta.
“Ringrazio il Consiglio di Amministrazione che ha confermato la fiducia che già mi aveva dato: sono sicuro che nel prossimo triennio riusciremo a proseguire sulla strada della promozione di questo nostro prodotto di eccellenza” ha dichiarato Zanella “dobbiamo lavorare da un lato per l’affermazione sul mercato di un prodotto di qualità e con una origine certa, dall’altro per aumentare il numero degli agricoltori disposti ad investire su questa coltura”. Obiettivo, questo, che in parte è stato già raggiunto grazie all’entrata nel 2015 di nuovi risicoltori che hanno contribuito ad aumentare la compagine sociale.
La produzione di riso I.G.P. portato al consumo dal primo anno di coltivazione dopo la costituzione del Consorzio (annata 2013) è aumentata del 300%.
Dal punto di vista delle quantità, i quintali prodotti sono stati quasi 4.000.000 che, per dare un’idea di grandezza, si traducono in più di 33 milioni di risotti!
Il carnaroli, il più apprezzato dai grandi chef per la preparazione dei risotti, si riconferma la varietà più coltivata con una produzione che copre il 50,6% di quella totale.
“Questo momento storico per il Consorzio è particolarmente delicato perché si stanno ultimando le procedure per una modifica del disciplinare che permetterà, appena approvato da Bruxelles, di aumentare le superfici di produzione e di allargare la produzione a varietà che meglio rispondono alle richieste del mercato e alla sostenibilità economica per i risicoltori”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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