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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Al giro di boa di fine agosto già lavorate quasi 1,3 milioni di tonnellate di materia prima, circa il 45% del quantitativo contrattato. L’assessore Caselli in visita nel Parmense: “Per affrontrare la concorrenza internazionale sempre più agguerrita bisogna insistere su ricerca, innovazione di prodotto e rafforzare la filiera”.

Bologna – Molto bene la qualità del prodotto, sicura garanzia di polpe, passate e altri derivati industriali di pregio; rese ettariali un po’ sotto la media, soprattutto a causa delle grandinate che in alcune aree della regione hanno provocato notevoli danni alle coltivazioni. È questo, in estrema sintesi, il quadro della campagna 2016 di raccolta e trasformazione del pomodoro in Emilia-Romagna emerso nel corso della visita effettuata oggi dall’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, in due stabilimenti industriali situati nel Parmense: il primo di proprietà di Emiliana Conserve, a Busseto; il secondo della Greci Industria Alimentare (gruppo Fini), a Ravadese.

Il punto della situazione

Partita con circa una settimana di ritardo sulla consueta tabella di marcia, a pochi giorni dal giro di boa di metà percorso la campagna 2016 procede nel rispetto degli obiettivi di produzione e, soprattutto, nel segno della buona qualità della materia prima. Complice un andamento climatico senza eccessive ondate di calore e con notti relativamente fresche che hanno favorito una corretta maturazione delle bacche, ben colorate e con grado brix superiore a 5, valore che esprime un elevato tenore zuccherino, più alto della media dell’ultimo quinquennio. Si stima che in tutto il settentrione, bacino di riferimento dell’Organizzazione interprofessionale (Oi) del pomodoro da industria del Nord Italia che raggruppa gli attori della filiera di 4 regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, oltre alla provincia di Bolzano), le consegne alle industrie di “oro rosso” abbiano raggiunto nella giornata di oggi (ieri per chi legge, ndr) la cifra complessiva di quasi 1,3 milioni di tonnellate, pari al 45% del quantitativo contrattato, ottenute su oltre il 50% della superficie coltivata, di cui quasi 26.900 in Emilia-Romagna.

Le sfide per il settore

Una giornata di full immersion, quella dell’assessore Caselli, in una delle provincie più importanti della regione per il pomodoro da industria (circa 4.700 gli ettari coltivati e nove impianti di lavorazione), per un aggiornamento della situazione e per confrontasi con gli operatori sulle sfide future per il settore, alle prese con una concorrenza internazionale sempre più agguerrita: “In un mercato sempre più globalizzato- ha insistito Caselli incontrando i rappresentanti delle associazioni deli agricoltori, delle Organizzazioni di produttori (Op) e dell’industria- l’Emilia-Romagna deve competere puntando sulla qualità e sulla fascia alta del mercato, intensificando gli sforzi sul versante della ricerca varietale e dell’innovazione di prodotto. Solo così possiamo difendere il valore delle nostre produzioni e incrementare il reddito dei produttori”. ”Altrettanto importante- ha concluso- è continuare a lavorare sul rafforzamento della filiera: sui mercati internazionali non si può andare in ordine sparso, ma bisogna organizzarsi e darsi strategie mirate come si sta facendo in Emilia-Romagna”.

Una valutazione condivisa da Rossella Martelli, vicepresidente vicario dell’Oi del pomodoro da industria del Nord Italia: “Per noi è importante mantenere un dialogo costante con le istituzioni. La Regione Emilia-Romagna ha sempre creduto fortemente nell’importanza della filiera e ha fornito gli strumenti legislativi per la nascita della nostra organizzazione interprofessionale”. L’Oi del Nord Italia coinvolge circa 2.000 agricoltori raggruppati in 15 Op e 29 stabilimenti di trasformazione. Nel corso degli incontri con gli operatori l’assessore Caselli ha annunciato l’intenzione di portare al più presto le esigenze del settore sui tavoli dell’Areflh, l’associazione delle regioni ortofrutticole europee di cui è stata eletta presidente pochi mesi fa. (G. Ma.)

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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