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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Interessa 4.500 ettari in un settore di cui l’Emilia-Romagna è leader, con il 95% della produzione italiana

Bologna – Migliorare la qualità della produzione, favorire una più efficace programmazione colturale e assicurare un’equa ripartizione del valore lungo la filiera: sono gli obiettivi del primo contratto quadro nazionale per la barbabietola da seme, siglato questa mattina nella sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura tra Assosementi, in rappresentanza delle aziende sementiere, e il Coams, il Consorzio che raggruppa le organizzazioni e cooperative tra gli agricoltori-moltiplicatori di seme.
L’intesa, valida per il triennio 2015-2017, interessa una superficie di circa 4.500 ettari in un settore in cui l’Emilia-Romagna vanta una posizione di indiscussa leadership a livello italiano ed europeo sia sotto il profilo qualitativo, sia quantitativo, con oltre il 95% della produzione nazionale e circa il 50% di quella comunitaria.
Sul versante tecnico-agronomico l’accordo fa riferimento allo specifico disciplinare di produzione integrata predisposto dalla Regione Emilia-Romagna per la coltura sementiera della barbabietola da zucchero, in conformità alle linee-guida nazionali. Sono inoltre previste garanzie sotto il profilo della sicurezza sanitaria e vengono stabiliti gli standard qualitativi quali germinabilità, impurità e umidità del seme. L’intesa prevede tre distinte modalità di formazione del prezzo di acquisto del seme prodotto: un importo fisso al chilogrammo concordato tra le parti e definito nel singolo contratto di moltiplicazione; un prezzo per unità di superficie, integrato da una quota variabile in funzione della quantità prodotta; infine un valore calcolato sulla base di determinati parametri qualitativi.
Per favorire una maggiore uniformità e trasparenza dei rapporti tra aziende sementiere e produttori agricoli è stato inoltre approvato uno schema di contratto tipo. In occasione della sottoscrizione dell’accordo è stato insediato un comitato tecnico interprofessionale, in cui sono rappresentate in maniera paritaria le due parti interessate, per affrontare in prospettiva le problematiche di carattere produttivo, fitosanitario e industriale.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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