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Per il coordinamento è positivo l’accordo commerciale tra Unione Europea e il paese del Sol Levante, un mercato ricco e in forte espansione con quasi 130 milioni di potenziali consumatori
FERRARA – “Il mercato giapponese rappresenta una grande opportunità per i prodotti d’eccellenza italiani e magari tra qualche anno sarà assolutamente normale vedere la nostra Pera Abate Igp sugli scaffali dei supermercati del Giappone – spiega Stefano Calderoni, coordinatore di Agrinsieme Ferrara. Per il coordinamento, che riunisce le principali associazioni agricole e cooperative agroalimentari, è certamente positivo l’accordo di scambio commerciale tra Unione Europea e Giappone, siglato a Tokyo lo scorso 17 luglio. Questo partenariato economico prevede il rafforzamento degli scambi – che rappresentano già circa il 2,5% delle esportazioni agroalimentari italiane, per un valore di 38mld di euro – grazie all’abbattimento di dazi doganali molto elevati e alla semplificazione normativa. In Giappone esistono, infatti, procedure lunghe e onerose per approvare una singola varietà di frutta che finiscono per dissuadere gli esportatori italiani.
“Il nostro paese esporta già – continua Calderoni – molti prodotti agroalimentari in Giappone, che è il sesto paese di destinazione extra-europeo per l’export. In particolare arrivano nel paese del Sol Levante: vini e mosti (151 mln di euro); oli e grassi (120 mln di euro); ortaggi freschi e trasformati (113 mln euro); cereali, riso e derivati (98 mln euro); animali e carni (89 mln euro); latte e derivati (61 mln di euro), (dati Istat elaborati da Ismea 2017). Con il nuovo accordo verranno riconosciute oltre duecento indicazioni geografiche europee, di cui 45 italiane, che rappresentano il 90% del valore dell’export agroalimentare delle denominazioni del nostro Paese. Si tratta di una grande opportunità perché il mercato giapponese è ricco e ci sono quasi 130 milioni di potenziali consumatori da raggiungere, che sono tendenzialmente esigenti e alla ricerca di prodotti di qualità. Penso, naturalmente, alla nostra Pera Igp che, grazie alla semplificazione delle procedure di valutazione dei prodotti ortofrutticoli che possono entrare nel paese, potrebbe trovare uno sbocco commerciale davvero molto interessante. In generale, comunque, una relazione economica più stretta tra Europa e Giappone può portare benefici a molte aziende agricole del nostro territorio, perché più prodotti vengono immessi sui mercati extraeuropei, più si riduce la concorrenza sul mercato interno, generando un effetto traino sulle produzioni e dando maggiore stabilità ai prezzi.
Bisogna incentivare – conclude il coordinatore di Agrinsieme Ferrara – la firma di altri accordi per favorire l’export su nuovi mercati, perché possono garantire maggiori tutele ai prodotti italiani e offrire una maggiore capacità di fare reddito. Inoltre queste partnership favoriscono e valorizzano il nostro Made in Italy, riducendo al contempo le contraffazioni dei prodotti agroalimentari, una piaga ancora ben lontana dall’essere debellata”.

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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