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La mostra di Cristina Mavaracchio sarà visitabile tutti i pomeriggi dalle 16 alle 19, esclusi domenica e lunedì.
Danza, Musica e creatività nel corpo delle meravigliose figure che Cristina Mavaracchio esporrà dal 5 al 22 aprile 2017 nel Foyer del Teatro Nuovo di Ferrara a cura dello Studio L’Altrove di Francesca Mariotti .

In occasione degli ultimi spettacoli in Programma al Teatro ed in relazione con il bellissimo spettacolo di Danza e Arte “NIGHT GARDEN” le creazioni di Cristina entreranno in relazione con ……..Mistero, Bellezza e Meraviglia…… nel Giardino di Luce. Introducendo quel mondo magico in cui…..sarete trasportati nello spettacolo, alla scoperta di cosa accade sotto la luce della luna quando il mondo si riposa e si avvia al sogno. …e creature bioluminescenti si svegliano e giocano in una nuova dimensione incandescente, dove le ombre hanno colore, il paesaggio è dipinto di luce, e le leggi della natura si trasformano in un’affascinante illusione!
Una serata piena di inventiva, eccitante e di grande impatto visivo, che riempie di magia il Teatro….dal suo Foyer al Palcoscenico…..chiudendo la stagione del Teatro Nuovo.

L’ARTISTA

Cristina Mavaracchio, nasce a Mirano (VE), si diploma alla scuola tecnica superiore nel 1983. Si avvicina alla pittura sin dalla giovane età, approfondendo solo in seguito gli studi d’arte con il maestro Roberto Furlan, apprendendo le varie tecniche pittoriche esprimendosi con disinvoltura dall’acquarello all’olio. Approfondisce anche l’incisione nell’acquaforte e acquatinta. Sperimenta la scultura, prima con la creta e successivamente con il legno. Ha un suo studio a Passarella di Jesolo (VE). La sua pittura risente di una continua elaborazione e ricerca, sia nell’ambito formale, che in quello dei contenuti, prediligendo cometecnica espressiva l’olio su tela.
Indaga soprattutto il mondo dei sentimenti espressi nell’interpretazione della figura umana. Con tracce incerte e sfumate la figura viene indagata nei suoi movimenti e colta con una grande attenzione alle luci ed alle ombre. Le sue opere sembrano avere un occhio scultoreo sulla figura che ne esce tridimensionalmente perfetta e decisa. La scelata cromatica avvalora questo effetto e ne valorizza la potenza espressiva.
Dalla perfezione della figura umana, al maschile ed al femminile, Cristina Mavaracchio mostra un profondo impegno intrapreso nel mettere nelle proprie creazioni una pura espressione della stessa gioia di vivere, della “bellezza” che la vita ci ha dato, che non si ferma all’esteriore ma che dimostra una grande profondità di emozioni e sentimenti di cui ogni creatura è simbolo stesso. Le sue incantevoli figure mostrano l’incanto fatto persona lo stupore delle emozioni, l’essere umano in quanto creatura della Natura, legate ad essa …ai sui cicli di luci ed ombre, vuoti e pieni, in mille sfaccettature della bellezza, ed in mille sfaccettature del sentire umano. Archetipi della moltiplicità e dell’unicità che tutti ci comprende e tutti ci diversifica. Uno squarcio espresso tra l’antico e il moderno, tra la pittura, il disegno e la scultura, in un susseguirsi di rimandi e imput che fanno riflettere e cercare in noi stessi e in quanti ci sono intorno la vera ragione della grandezza dell’Umanità.(Francesca Mariotti) Ha esposto in diverse città e location di prestigio tra cui il Castello Estense di Ferrara, la Galleria Degli Artisti di Milano, il 3° FESTIVAL DELLE ARTI di Ferrara 2016, il “Premio Nazionale Amici Ruga Giuffa” di Venezia, ed è stata selezionata dalla Giuria al “Premio Arte 2002” del Periodico Arte Mondadori. E’ entrata nella rosa degli artisti selezionati dalla Fondazione Melotti per il Museo d’Arte Contemporanea ARTE E SCIENZA nel nuovo Ospedale di Rovigo nel 2016.

Sito web: www.liveinart.it/cristina
Pagina FB: www.facebook.com/cristina.mavaracchio
Mail: cristina@liveinart.it
Cell. 349 3181225

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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