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da: ufficio Stampa Festa Libro Ebraico

Si aprono domani le pagine della Festa del Libro Ebraico in Italia che, per la sesta edizione, torna a riempire il centro storico di Ferrara di narrazioni, itinerari, musica, sapori legati all’ebraismo. Organizzato dalla Fondazione MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah), con il supporto di Ferrara Fiere Congressi, l’evento, che si concluderà Martedì 28 Aprile, consegna per quasi una settimana alla città emiliana il titolo di capitale dell’ebraismo italiano.
Sin dal primo giorno, la ricchezza e l’elevato profilo culturale del programma confermano la Festa come un appuntamento unico nel suo genere. Il compito di inaugurarlo è affidato alla quinta “Notte Bianca Ebraica d’Italia”, che prende in prestito il proprio titolo – “E fu sera… e fu mattina…” – dal verso della Genesi, quando tutto ebbe inizio. La Notte Bianca comincerà alle 21, al Chiostro di San Paolo, con i saluti delle autorità e l’apertura della fornitissima libreria tematica, dove il pubblico potrà trovare 5.413 volumi di autori ebrei o su temi della tradizione ebraica (alcuni particolarmente preziosi e rari, altri freschi di stampa, altri ancora che addirittura usciranno in concomitanza con l’evento), in rappresentanza di 157 case editrici.

Alle 21.30, dal Chiostro prenderà il via la passeggiata del 25 Aprile, quest’anno intitolata “Omaggio alla libertà”: quella che, dopo anni di persecuzioni, deportazioni, prigionia, morte, fu riconquistata esattamente settanta anni fa e pose fine al nazi-fascismo. Il percorso si svilupperà proprio nei luoghi ferraresi della costrizione, rappresentati per antonomasia dal ghetto, e terminerà alla Fondazione MEIS. Dove, già dalle 22, sarà possibile visitare la mostra “Torah fonte di vita. La collezione del Museo della Comunità Ebraica di Ferrara”, per un’eccezionale apertura notturna a ingresso gratuito.

Chi al percorso nella Ferrara ebraica preferirà la musica, alle 21.45 potrà gustare, senza spostarsi dal Chiostro di San Paolo, il concerto “Il coraggio della libertà” della klezmer e gipsy band torinese Mishkalé.

Il programma della Festa, che è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Emilia-Romagna, dal Comune di Ferrara, dall’Università degli Studi di Ferrara, dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dalla Comunità Ebraica di Ferrara, è disponibile sul sito www.meisweb.it, a questo link.

In caso di maltempo, l’inaugurazione si terrà alla Sala Estense (Piazza del Municipio) e il concerto alla Sala della Musica (Chiostro di San Paolo).

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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