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Questa volta vi proponiamo una intervista atipica, una “nano-interview”, per Carlo Andreoli, detto “Alo”, bondenese-ferrarese doc, alla ribalta da qualche tempo nel panorama artistico d’avangurdia neoestense e non solo, come dimostrano le numerose mostre, anche a Milano e Bologna, e le segnalazioni a Radio Rai. E anche le risposte dell’artista sono “lapidarie”, in pillole: in pixels. Ultraessenzialiste, prova di un fare arte contemporanea e visualsperimentale senza compromessi. L’arte come gioco dell’Es, direbbero ancora Rank o Delouze, come autoproduzione creativa dell’inconscio sociale, al di là di scuole e classificazioni e convenzionalismi manieristici.

Mi sono confuso
Mi sono confuso

Carlo, un autoritratto personale: le tue mostre e il senso della tua arte secondo te…
Autoritratto: invisibile-visibile—analfabetaconscio.
Esposizioni:
Casa Operaia, Bondeno (Fe) 1982, mostra collettiva:
Casa Operaria Bondeno (Fe) 2005, mostra personale;
Atelier Artefatto, Monza 2005, mostra personale;
Circolo Culturale Zuni, Ferrara 2005, mostra personale;
Bistrot Whatever Bar, Ferrara 2005, mostra personale;
Libreria Carmelina, Ferrara 2006, mostra personale;
Bar Mono, Milano 2007, mostra personale;
Arte sotto i portici, Bologna 2007, mostra collettiva;
MU11 Un frammento di futuro, Milano 2008, mostra collettiva;
Circolo Bertold Brecht, Milano 2008, mostra personale;
Performance “Graffi e graffiti”, L’Aquila 2011;
Performance web/radio rai radio2 – trasmissione Raitunes di Alessio Bertallot, Milano 2011;
Spazio Centotrecento, Bologna 2015, mostra personale;
Galleria Gomma Bicromata, Porretta Terme (BO) 2015, mostra personale;
Galleria Il Vicolo, Bondeno (Fe) 2015, mostra collettiva con tema dedicato a Matilde di Canossa;
Pinacoteca Civica di Bondeno (Fe) 2015, mostra personale;
Galleria IdeArte, Ferrara 2016, mostra personale;
Sala Mediolanum, Ferrara 2016, mostra collettiva “25 artisti raccontano San Sebastiano”;
Circolo Auxing Bondeno (Fe)2016, mostra personale;
Caffè del Teatro, Ferrara 2016, mostra personale.

Secondo me, e il Terzo me, come un’ustione – ma sicuramente sbaglio – se mi è concesso.

Andreoli, il tuo percorso è una sorta di libero attraversamento dell’arte contemporanea, esatto?
Esatto!

Domanda sperimentale. Ferrara e i ‘condizionamenti’ spazio-temporali?
Per Ferrara – ma anche l’ Italia – i vincoli spaziali, fondamentalmente, sono eterni.

Carlo Andreoli: mostre a Ferrara e in Italia, una breve cronistoria?
Già fatto, e non cronico!

Tu sei anche un grande amante della musica, a suo tempo hai avuto anche un negozio underground di dischi, la musica influenza la tua arte visiva?
Certamente! Forse troppo, ma va bene “Emilia Paranoica”.

Cerca e distruggi
Cerca e distruggi

LINKS/INFO
http://fabiomusati9.wix.com/carloandreoli
http://www.premioceleste.it/index.php?p=opere&l=ita&isearch=alo&st=ope
https://it.pinterest.com/aloangela/pins/
https://www.facebook.com/carloandreoliALO/

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Roby Guerra


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di Piermaria Romani

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
direttore responsabile


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