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Da Organizzatori

Vittima del batterio un 87enne di Vigarano Mainarda: la Procura di Ferrara ha aperto un procedimento penale contro ignoti e ha disposto l’autopsia

Torna l’incubo legionella all’arcispedale Sant’Anna di Ferrara: la Procura della Repubblica del capoluogo emiliano, su segnalazione dello stesso nosocomio, ha aperto un procedimento penale, per ora contro ignoti, per omicidio colposo per la morte di un 87enne di Vigarano Mainarda avvenuta il 25 maggio scorso.
Mendes Bergamini, questo il nome della vittima, che lascia la moglie e due figlie, era già stato ricoverato nel polo ospedaliero di Cona dal 20 al 31 marzo per scompensi cardiaci, artrosi e gotta, e, dopo essere uscito, era passato nel Reparto di Lungodegenza dell’ospedale di Cento con diagnosi di trombosi polmonare e disfunzione renale. Una volta tornato a casa, l’11 aprile, tuttavia, l’anziano accusava difficoltà di deambulazione, al punto che i familiari richiedevano gli ausili, e soprattutto problemi intestinali sempre più gravi, con continue scariche di diarrea.
Non avendo prodotto alcun miglioramento la cura a base di antibiotici e fermenti lattici prescritta dal medico di base, e anzi palesandosi un sempre più importante crollo fisico, i congiunti dell’87enne hanno deciso di ricoverarlo nuovamente all’ospedale di Cona, dove la dott.ssa Elisa Misurati, del Dipartimento di Clinica Medica, gli ha diagnosticato una polmonite causata dal batterio della legionella, che colpisce l’apparato respiratorio e il cui habitat preferito è l’acqua calda. Purtroppo, le condizioni del paziente sono precipitate rapidamente e il 25 maggio è spirato.
A fronte della diagnosi, è stata la stessa direttrice del servizio provinciale di Medicina Legale del Sant’Anna, dott.ssa Rosa Maria Gaudio, a segnalare il fatto alla Procura di Ferrara, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per il tramite del Sostituto Procuratore, dott.ssa Ombretta Volta. Il Pm ha disposto l’acquisizione di tutta la documentazione medica e delle cartelle cliniche e l’esame autoptico sulla salma, incaricando quale consulente tecnico medico legale il dott. Matteo Tudini, della Medicina Legale di Bologna, che ha ricevuto l’incarico ed effettuato l’autopsia martedì 30 maggio.
La famiglia di Bergamini chiede con forza di sapere com’è morto il proprio congiunto e, per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia, attraverso il consulente personale Luigi Peron, si è affidata a Studio 3A, società di patrocinatori stragiudiziali specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela de diritti dei cittadini, che ha subito messo a disposizione del legale penalista nominato dai familiari i propri tecnici e consulenti medico legali.
La perizia dovrà appurare se il decesso sia stato determinato o meno dalla legionella e, in caso affermativo, andrà chiarita l’origine dell’infezione: i batteri, oltre che in natura, possono penetrare nelle condotte degli impianti idrici e dei condizionatori. Certo è che se fosse confermato che si tratta di legionella, e se il batterio fosse stato contratto all’ospedale di Cona, sarebbe un fatto alquanto inquietante, visti i precedenti del nosocomio ferrarese. Per la morte per legionella di una 71enne avvenuta nel 2011 al Sant’Anna, poco prima del trasloco nel polo di Cona, quando la struttura si trovava ancora in corso Giovecca, nel gennaio del 2016 sono stati condannati in primo grado a otto mesi due medici della direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera, che in sede civile è stata condannata a risarcire i familiari della vittima. Ma anche dopo il 2011, quando l’ospedale ha traslocato a Cona, si sono verificati altri casi sospetti, ed in particolare le indagini avviate dalla magistratura per un decesso avvenuto nell’agosto del 2015 portarono alla luce valori oltre i limiti di legionella in una doccia del Sant’Anna, scatenando anche una dura polemica politica in consiglio regionale.
Ora bisognerà attendere gli esiti degli esami chimici, tossicologici, istologici e citologici sui frammenti organici e i liquidi biologici prelevati dal cadavere.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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