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da: Ufficio Stampa Coldiretti

Al via la IX edizione della rassegna “Appennino gastronomico – menu a chilometri zero”.
Incontro a Colorno (Pr) promosso da Coldiretti, Alma e Parco Tosco-Emiliano.

Una alleanza tra imprenditori agricoli e ristoratori per salvare e valorizzare prodotti agricoli, enogastronomici e tradizioni di zone montane che rischiano quotidianamente l’abbandono. È questo l’obiettivo principale della IX rassegna di “Appennino gastronomico – menu a chilometri zero”, rassegna ideata dal Parco dal Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano in collaborazione con Coldiretti e Alma, la Scuola internazionale di Cucina italiana di Colorno. È quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna nel giorno in cui a Colorno si sono incontrati quelli che saranno i protagonisti della rassegna per delineare le modalità e i contenuti dell’edizione 2016.
La rassegna – informa Coldiretti regionale – che oltre all’are del parco dell’Appennino comprende la Riserva Mab (Uomo e Biosfera) dell’Unesco, si caratterizza per l’intento di voler rafforzare i legami e la collaborazione tra quanti lavorano in territori difficili come sono le aree interne. Negli ultimi vent’anni, sul territorio dell’Emilia Romagna, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, solo in montagna hanno chiuso più di 17 mila aziende, passando dalle quasi 25 mila dell’inizio degli anni ’90 del secolo scorso alle 8.000 degli inizi 2010. Vivere e lavorare in queste zone – commenta Coldiretti regionale – costa fatica e sudore ed è solo con grande difficoltà che le aziende agricole rimangono a presidio di un territorio difficile, ma ricco di prodotti di qualità e di storie, dove la presenza dell’uomo è l’unica che può salvaguardare le tradizioni culturali, produttive e assicurare un presidio del territorio contro il dissesto ambientale e idrogeologico.
Tra due regioni (Emilia Romagna e Toscana), e cinque province (Parma, Reggio Emilia, Modena, Lucca e Massa Carrara) – ricorda Coldiretti – l’agricoltura fornisce sessantaquattro prodotti Dop, Igp e tradizionali, con una enogastronomia che affonda le sue radici nei secoli passati, fino a risalire ai tempi della contessa Matilde che da Canossa regnava su queste aree. Per la rassegna 2016 di “Appennino gastronomico – menu a chilometri zero”, il Parco dell’Appennino Tosco Emiliano, Coldiretti e Alma hanno riunito alla reggia di Colorno produttori e ristoratori per un B2B in cui le parti si sono incontrate per presentare prodotti ed esigenze e definire i contenuti e i piatti che caratterizzeranno la rassegna. Le ricette – informa Coldiretti Emilia Romagna – dovranno contenere prodotti dell’agricoltura locale ed ogni piatto della rassegna dovrà avere alla base una storia. Non a caso la giornata è stata denominata “La narrazione del gusto”. In pratica – spiega Coldiretti – ogni chef o agrichef dovrà diventare ambasciatore e promotore di un produttore/prodotto proveniente da territorio del parco e della Riserva Mab. Entro il 3 agosto i partecipanti alla rassegna dovranno presentare la ricetta di un piatto e il vino da abbinare insieme con la motivazione scritta che spieghi cosa si vuole esprimere attraverso la creazione di quello specifico piatto.
I piatti così individuati verranno serviti nei ristoranti e negli agriturismi del Parco e della Riserva Mab da settembre a novembre prossimi, con la possibilità di votare il piatto preferito online sul sito www.parcoappennino.it. A dicembre si svolgeranno le finali con una giuria di esperti che nominerà i vincitori.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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