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da: ufficio stampa A.N.B.I.

MASSIMO GARGANO (Direttore Generale ANBI, Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue): “I CONSORZI DI BONIFICA STANNO CON CHI DIFENDE IL TERRITORIO E LA SUA ECONOMIA”.

“Nell’esprimere piena solidarietà agli agricoltori italiani, che pacificamente manifestano per la tutela delle tipicità agroalimentari del nostro Paese e la salute dei consumatori, ribadiamo che, nell’epoca della globalizzazione, il futuro economico dell’Italia non può prescindere da un modello di sviluppo, basato su valori unici ed inclonabili, quali quelli del territorio, alla cui manutenzione i Consorzi di bonifica concorrono quotidianamente.”
Lo dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), intervenuto al convegno “Acqua elemento fondamentale nella filiera agroalimentare”, organizzato a Milano nel “FuoriExpo” dal Collegio dei Geometri e Geometri Laureati di Casale Monferrato e del Circondario in collaborazione con Coldiretti, Confagricoltura e C.I.A. , presenti anche il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi e l’Associazione Irrigazione Ovest Sesia.
“La gestione dell’acqua – prosegue il Direttore Generale ANBI – è prioritariamente un problema culturale, sul quale siamo impegnati a sensibilizzare sulle necessità di un grande piano di manutenzione del territorio italiano. In questo – prosegue Gargano – un determinante aiuto ci viene purtroppo dai cambiamenti climatici, la cui violenza accentua l’insufficienza della rete idraulica del Paese, cui ANBI risponde con l’annuale Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, messo a disposizione delle Istituzioni, composto da 3.335 interventi perlopiù immediatamente cantierabili con un investimento complessivo pari a circa 8.413 milioni di euro, finanziabili con mutui quindicennali e capaci di attivare oltre 50.000 posti di lavoro. Dobbiamo abbandonare – conclude Gargano – la logica delle dichiarazioni degli stati calamità a posteriori, che poco o nulla portano a chi subisce danni, superando anche il paradosso delle emergenze alluvioni d’inverno e siccità d’estate. Così come il lavoro della Struttura di Missione #italiasicura ha confermato che non è la mancanza di finanziamenti ad impedire gli interventi per la salvaguardia idrogeologica, così possiamo affermare che non è l’acqua il problema, ma la sua gestione, complici scelte urbanistiche scellerate, che continuano a favorire l’abbandono e la cementificazione del territorio. Quella dei Consorzi di bonifica è altresì un’esperienza virtuosa e da valorizzare nel nome dell’autogoverno e della sussidiarietà.”

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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