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di Claudia Balbi

Il primo marzo del 2012 è stato un giorno doloroso per il mondo musicale italiano e per Bologna che ne una delle capitali. Molti chilometri a nord, ben oltre la Milano “gambe aperte che ride e si diverte”, a Montreaux si spegneva Lucio Dalla. Un infarto e Bologna è diventata più “dark”, come la canzone-ode che Lucio aveva dedicato alla sua amata città, “Dark Bologna”. Piazza Grande, il bar Margherita, via d’Azeglio e persino il cielo e i piccioni di Bologna si sono fermate per un attimo insieme a 50mila persone a piangere il compagno di giochi, l’amico di una vita, il cantante e l’uomo. Un anno dopo in Piazza Maggiore sono arrivati gli amici di Dalla, Ron, Samuele Bersani, Fiorella Mannoia, tutti insieme sul palco a dare voce al ricordo dell’amico scomparso. A due anni dalla sua morte Bologna si riaccenderà sotto una luce diversa con la notte bianca di Via d’Azeglio. Una festa per quello che sarebbe stato il settantunesimo di Lucio.

Organizzata dalla neonata associazione “Da quando sei partito” in collaborazione con Ascom, Comune e Teatro del Navile. Stessa data, nuovo luogo, come afferma Mauro Felicori, direttore comunale del settore promozione della città di Bologna: «Abbiamo ancora nella memoria lo straordinario concerto di piazza Maggiore, ma qui siamo ad un registro diverso, un registro familiare. Lo stesso Lucio giocava su questi due registri: un giorno era l’amico, il vicino di casa e il giorno dopo era in televisione». E’ forse per questo motivo che Bologna ha avvertito un dolore e un vuoto incolmabile. Dalla era talmente immerso nella vita quotidiana della sua città che quando è morto il dolore ha letteralmente paralizzato la città. «Bologna ha sempre amato Lucio e Lucio ha sempre amato la città ma come in ogni storia d’amore il valore dell’altro si apprezza di più nella sua assenza» afferma Paolo Piermattei, compositore e autore di Dalla e oggi direttore artistico di “4 marzo sotto casa di Lucio”. «La mia sensazione è che non sia morto davvero, la sua arte da un senso di continuità, io lavoro nel suo studio e lo respiro ancora».

Un amore senza fine. Che si rigenera nel tempo, grazie ai giovani della fucina “Pressing”, etichetta discografica voluta fortemente da Lucio nata nel 2011, oggi seguita dagli eredi di Lucio, e molti altri cantanti che hanno conosciuto il cantante, che martedì suoneranno in Via d’Azeglio.

Quindici cantanti, che hanno avuto modo di conoscere Lucio, e la strada. Stefano Fucili, Paco Ciabatta, Andrea Lorenzoni, Leo Borelli, Roberta Giallo, Riccardo Majorana e Iskra Menarini sono solo alcuni degli amici di Dalla che canteranno al cielo, in versione rigorosamente acustica, le canzoni di Dalla, quattro brani a testa, distribuiti su tre pedane disposte lungo via d’Azeglio. Cinque ore di musica, dalle 18 alle 23, si va dai successi più noti come “Il cielo” e “Attenti al lupo”, a quelli meno noti come “Anche se il tempo passa”, brano inedito, che fa parte dell’ultimo disco di Dalla “Questo è amore” uscito nel novembre del 2011, che sarà interpretato da Roberta Giallo e Leo Borrelli autore della canzone. A chiudere la serata Iskra Menarini, storica accompagnatrice di Lucio, e un coro di venti elementi che si misureranno con il testo di “Caruso” e le sue profetiche parole “Ma sì, è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto, / anzi si sentiva felice / e ricominciò il suo canto”. Alle 20 si accenderanno anche le luci di scena del Teatro del Navile, con lo spettacolo “La strada e la stella”, ingresso su prenotazione e una mostra fotografica dedicata al cantante. La notte bianca di Lucio sarà anche “social”, in Corte Galluzzi infatti, verrà allestito un palco sul quale lasciare un messaggio o farsi una foto col cartellone dell’evento, da postare alla pagina facebook “4 marzo sotto casa di Lucio”.

Il 4 marzo in via d’Azeglio ci sarà una festa di strada con la musica del futuro, i giovani cantanti. «Fin da piccolo ascoltavo le sue canzoni e la cosa che mi colpiva di più era che la sua musica parlava sempre di futuro senza mai ripiegarsi sul passato e la sua grande identificazione con la gente» afferma Piermattei commosso. La notte bianca del 4 marzo proverà a mettere in comunicazione questi due elementi, la gente comune e il futuro della musica, le canzoni di Dalla il collante che li farà stringere in un vortice di note, emozioni e gorgheggi.

[© www.lastefani.it]

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Redazione di Periscopio


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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