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Da Organizzatori

Si deve partire dai dati demografici ed economici della nostra provincia per ragionare realisticamente del futuro. Molti anziani e bassa percentuale di popolazione attiva; una buona qualità della vita, vocazioni produttive diversificate e alcuni settori in crescita, ma con una maggioranza di piccole imprese poco patrimonializzate e internazionalizzate; un terzo della forza lavoro pendolare verso Bologna, Padova e Modena, dato che non va visto come un problema ma va affrontato con infrastrutture e servizi adeguati. Anche per questo, come Legacoop e Alleanza delle cooperative abbiamo condiviso la scelta di Tagliani, Muzzarelli e Merola di andare oltre i confini provinciali e sottoscrivere un patto per una strategia comune di sviluppo tra Ferrara, Modena e Bologna, una scelta da rafforzare.
Per quanto riguarda il fronte interno, a Ferrara è necessario sostenere e consolidare lo sviluppo dell’imprenditoria locale e coordinare i diversi strumenti pubblici e privati. Pertanto in sede di consulta abbiamo richiamato la necessità di raccordare gli strumenti di programmazione economica già in essere: patti per il lavoro, fondi europei, piano di riorganizzazione dei servizi socio-sanitari, opportunità legate all’industria culturale. Il patto con la Regione deve avere l’obiettivo di riallineare l’economia ferrarese con quella del resto dell’Emilia centrale. Il riconoscimento di Ferrara come area di crisi industriale complessa può essere un’opportunità, ma non deve essere attesa come la soluzione calata dall’alto ai nostri problemi.
Tutte le associazioni di categoria di Ferrara hanno sottoscritto il piano di sviluppo della Camera di commercio, che individua anche varie tipologie di bandi su cui far convergere risorse pubbliche e private: un modello di riferimento è il bando per l’insediamento di nuove imprese, che favorisce chi crea più posti di lavoro e ha già funzionato a Ferrara e a Comacchio. In questa direzione è utile sperimentare con maggior coraggio le possibilità di partenariato pubblico-privato che il Codice degli Appalti e delle concessioni mette a disposizione e aprire il capitale di Sipro alle imprese e all’Università.
Perché tutto questo abbia efficacia, è necessario anche difendere il lavoro e l’imprenditoria, cioè perseguire chi opera fuori dalla legalità, chiarire bene la differenza tra le attività che può svolgere il volontariato gratuito e quelle che deve svolgere il lavoro retribuito, riattivare l’osservatorio sugli appalti e procedere con l’avviso comune proposto dalla Prefettura. Si sente inoltre il bisogno di politiche attive del lavoro più efficaci, con ricadute più decise di quelle che sta avendo oggi l’Agenzia regionale del Lavoro su Ferrara.
Infine le cooperative vogliono dare un contributo diretto e hanno scelto di investire a Ferrara anche nel 2018: risorse per le startup cooperative e workers buyout (imprese salvate dai lavoratori) non solo economiche ma anche di consulenza e affiancamento; sostegno a progetti di aggregazione, filiera e rete, per le imprese che decidono di cooperare nel territorio per poter meglio competere su mercati più ampi; progetti di contrasto della povertà e rafforzamento dei legami sociali. Siamo inoltre disponibili a ragionare con i sindacati in merito alla proposta di potenziare i servizi di welfare aziendale per creare un volano economico in questo settore.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
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 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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