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Da: Organizzatori

Andrea Amaducci espone gli autoritratti in cerca d’autore: la mostra “Selfie Esteem” inaugura al Teatro De Micheli di Copparo, venerdì 21 settembre alle 18:30.

Si tratta di alcune opere a tecnica mista su cartoncino realizzate site specific da Amaducci, pensate per creare un cortocircuito tra il concetto di ‘selfie’, l’accezione più classica di ritratto e il lavoro tipicamente teatrale di ricerca sulla caratterizzazione dei personaggi.

Il ritratto è un genere che in arte non ha mai smesso di far parlare di sé. Il dibattito sull’autoritratto, che ne è una sotto-categoria, è più che mai attuale. Oggi, così come in passato, entrambi sono soggetti molto esplorati dagli artisti, il cui ruolo sociale è, anch’esso, costantemente messo in discussione.

Dal testo critico di Elena Bertelli che accompagna la mostra:
“Se la società di oggi ci ha abituati a mostrare un’immagine del sè che passa soprattutto attraverso autoscatti fotografici, se non ci piace più essere rappresentati, interpretati, inventare mondi da narrare, ai pittori, agli scultori, ai fotografi cosa rimane? E se noi spettatori non abbiamo più la capacità, il tempo, l’occhio di cogliere la profondità, la complessità e i significati che, strato dopo strato, si annidano dentro a un volto, a un corpo a un movimento e a un’espressione ritratta, che fine fa l’arte? Chi salirà sul palco in cerca di un autore?
È così che nascono i Selfie Esteem, ritratti di autoritratti, esposti dentro il Teatro De Micheli di Copparo. Forse iniziati con uno spirito di derisione e involontariamente trasformati in personaggi in cerca di un capocomico che possa far emergere le loro storie. L’autore, nel rappresentarli, dona loro il carattere, salvandoli dallo stadio di morte da cui sono stati risvegliati. E tutto questo spessore è dato dall’impasto del colore a olio, dalla vivacità cromatica e dal segno deciso, pur sempre imperfetto.
John Lee Ludwig, Calogero Perpetua, Lucifero Valencia, Melissa Clarendon, Alonzo Reyes, Richard Hudson, la Sig.ra Crema e Mr. Willow… sono i personaggi di Amaducci: inventati, bidimensionali e truccatissimi, ma non per questo in-credibili.
Hanno le loro storie e le loro peculiarità ma anche qualcosa che li accomuna: il volto ritratto di 3/4, né di profilo, né di fronte: come vuole la tradizione pittorica di questo genere, a partire dal Rinascimento. Non hanno la bocca. È stata tolta loro la possibilità di esprimersi, di sorridere e, soprattutto, di posare. Chi conosce Andrea Amaducci si sarà accorto di questo dettaglio, non di poco conto. Avete mai visto un suo alieno senza la bocca? Qui qualcosa è successo, per far scegliere all’autore di eliminare quel cerchietto rosso, al centro di ogni suo volto, almeno fino a oggi.”

Selfie Esteem è in mostra da venerdì 21 a domenica 23 all’interno del Teatro De Micheli di Copparo, in occasione del Settembre Copparese. Gli orari di visita corrispondono agli orari di apertura del teatro. Per info: tel 0532 864580, Email biglietteria@teatrodemicheli.it

BIO
Andrea Amaducci nasce a Forlì nel 1978. Nel 1998 inizia una collaborazione decennale con il Teatro Nucleo di Ferrara lavorando con il metodo Stanislavskij, viaggiando e portando spettacoli in molte piazze in tutto il mondo. Dal 2007 è collaboratore e performer della compagnia di danza Collettivo Cinetico. Da alcuni anni è il responsabile artistico dell’etichetta discografica Hell Yeah Recordings, lavorando alla realizzazione di copertine di vinili di album e remix di Dj e musicisti di fama internazionale. Ha lavorato per dieci anni (2005-2016) come formatore teatrale all’interno della Casa circondariale di Ferrara. Dal 2007, anno della fondazione, è illustratore per la casa editrice digitale Koi Press.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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Francesco Monini
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