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Da: Organizzatori

Spesso l’invisibile è più essenziale delle cose che possiamo toccare
Andrea Pagani presenta ‘Le idee vengono di notte’, dialoga con l’autore Davide Bassi

Sabato 17 Dicembre 2016 alle ore 18, presso la Galleria ‘del Carbone’, Vicolo Carbone 18 (Ferrara), Davide Bassi presenterà ‘Le idee vengono di notte’ (ed. Ponte Vecchio) di Andrea Pagani.
“Questo racconto, che per certi aspetti richiama la tradizione delle short stories di Edgar Allan Poe e Robert Louis Stevenson, ci immerge in una dimensione che esercita una tenera seduzione, a metà strada fra sogno e realtà, magia e verosimiglianza. Un racconto poliziesco e sentimentale, ambientato in un misterioso paese del sud Tirolo (una specie di Valois di Nerval), che nasce da una singolare perizia stilistica, saturo di delicate allucinazioni e di sensuale simbolismo, ma adagiato nel ritmo nervoso di un poliziesco. Contrasto che ne delinea la speciale bellezza” (Antonio Castronuovo).

Andrea Pagani, nato a Ferrara, vive e lavora a Imola dove insegna Letteratura Italiana e Storia presso il Liceo Scientifico Alberghetti. È saggista, narratore e sceneggiatore. Ha pubblicato una ventina di saggi sul Rinascimento e sul Novecento, e otto libri di narrativa: Nel tempio di vetro, Book editore, 1990 con prefazione di Roberto Pazzi; La colpa oscura, Editore Mobydick, 1999 con prefazione di Carlo Lucarelli; Capriole di comico, Libro delle anime, anno 1701, Edizioni Pendragon, 2004 con postfazione di WuMing 2; L’alba del giorno seguente, Bacchilega editore, 2004; Blue Valentine, Bacchilega editore, 2005, vincitore del premio ‘Piccola editoria di qualità’, rassegna della Microeditoria italiana; L’alfiere d’argento, Mobydick editore, 2007; Il limite dell’ombra, Bacchilega Editore, 2010; La tana del coniglio, editrice La Mandragora, 2014.
Ha sceneggiato cortometraggi e collaborato con la Zanichelli.

Davide Bassi insegna Paleontologia e Paleoecologia all’Università di Ferrara. Amando l’Arte si occupa di paleoecologia delle comunità bentoniche fossili del Giurassico e del Cenozoico.
La ricerca scientifica universitaria e l’Arte lo hanno indirizzato verso il Giappone dove è stato professore ospite presso il Tohoku University Museum (Institute of Geology and Paleontology, Graduate School of Science) e l’Università di Nagoya.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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