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da: organizzatori

Calvano e Zappaterra (PD): “Riduzione dei rifiuti prodotti, differenziazione e recupero gli obiettivi; la tariffa puntuale è la grande novità”

La riduzione dei rifiuti pro capite del 20-25% cioè meno di 150 kg, la raccolta differenziata al 73% e il recupero dei rifiuti al 70%: sono questi i tre obiettivi che la Regione Emilia-Romagna si pone e fissa una data per farlo, quella del 2020. Per arrivarci mette a disposizione diversi strumenti che sono raccolti nella nuova Legge regionale sui rifiuti intitolata in modo esplicativo ‘Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata’ approvata quest’oggi dall’Assemblea Legislativa.
“Chiudiamo il cerchio è la parola d’ordine che ci siamo dati in Emilia-Romagna: vogliamo infatti realizzare concretamente l’economia circolare che fa dei rifiuti un’opportunità da recuperare e riutilizzare, rifiuti che inoltre, vanno sensibilmente ridotti – spiegano Paolo Calvano e Marcella Zappaterra, Consiglieri regionali PD – puntiamo con forza alla massima responsabilizzazione di cittadini e imprese”.
La riforma individua diversi strumenti per andare nella direzione voluta. “La grande novità è quella della tariffa puntuale: ogni cittadino entro il 2020 pagherà in base all’effettiva quantità di indifferenziato che produce – entrano nel dettaglio Calvano e Zappaterra – ma non è l’unica, infatti è istituito un Fondo d’Ambito le cui risorse saranno destinate alla riduzione dei costi dei servizi per i cittadini e al finanziamento dei progetti più virtuosi messi in campo dai Comuni per diminuire i rifiuti prodotti e favorire l’implementazione della tariffa puntuale”.
“In Emilia-Romagna, è stato ribadito più volte anche dal Presidente Stefano Bonaccini, andiamo verso la discarica zero e la nuova legge disincentiva l’incenerimento prevedendo tra l’altro un’ecotassa come tributo speciale previsto per il conferimento in discarica – sottolineano i Consiglieri regionali del PD – determinante per raggiungere questo obiettivo sarà anche la definizione del prossimo Piano Regionale dei Rifiuti”.
Questa legge è frutto di un lungo percorso partecipato: l’impulso e la spinta arrivati da cittadini, associazioni ambientaliste e Comuni sono infatti stati determinanti per la redazione della riforma. “Questo contributo non si ferma qui e istituiamo un forum permanente per l’economia circolare quale piattaforma per un dialogo continuo tra istituzioni locali, rappresentanti della società civile, imprese, associazioni ambientaliste e una Commissione tecnica indipendente che dovrà supportare Atersir nella stesura dei documenti attuativi e vigilare sull’implementazione della legge – concludono Calvano e Zappaterra – chiudiamo il cerchio ma teniamo aperto il filo della discussione e del confronto”.

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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