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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Mezzetti: “Un cambio di marcia di grande qualità”. Intitolate le sale a Leo De Berardinis e Thierry Salmon

Nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina – con la partecipazione degli assessori alla Cultura del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna, Alberto Ronchi e Massimo Mezzetti, del presidente e del direttore di Ert Fondazione Daniele Gualdi e Pietro Valenti, sono stati presentati gli spettacoli che andranno a comporre gli abbonamenti della stagione 2014 -2015 dell’Arena del Sole di Bologna.
Nel corso della conferenza stampa è stata anche annunciata l’intitolazione della sale dell’Arena a due artisti che hanno lasciato un segno nel teatro degli ultimi decenni del secolo scorso: Leo de Berardinis (sala grande) e Thierry Salmon (sala piccola).

“Oggi – ha commentato Mezzetti – celebriamo il raggiungimento di un obiettivo, seppure in un momento realmente delicato per il teatro italiano, a causa di un nuovo regolamento nazionale la cui approvazione noi contrastiamo perchè non tiene conto delle specificità che rendono unica e importante il nostro sistema regionale. In questa condizione Ert con il nuovo cartellone dell’Arena segna un cambio di marcia rispetto al passato e raggiunge un risultato di indiscussa qualità”.

Gli spettacoli
Nel corso della Stagione 2014-2015 verranno presentate all’Arena del Sole otto produzioni di Emilia Romagna Teatro Fondazione di cui sette nuovi allestimenti e una ripresa.
Inaugura la Stagione nella Sala Leo De Berardinis (sala grande), il 20 novembre in prima assoluta, 7 Minuti di Stefano Massini, con Ottavia Piccolo, regia di Alessandro Gassmann, coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria e Teatro Stabile del Veneto. Uno spettacolo che parla di lavoro, di donne, di diritti, dando voce e anima a undici protagoniste operaie che raccontano le paure per il nostro futuro e le angosce che il mondo del lavoro vive in questo momento.
Giuseppe Battiston si calerà nei panni del buffone scespiriano Falstaff che ha affascinato i più grandi talenti della scena. A dirigerlo Andrea De Rosa e a coadiuvarlo in scena, tra gli altri, Giovanni Franzoni, una coproduzione con il Teatro Stabile di Torino.
Coprodotto con il Teatro Metastasio Stabile della Toscana è invece La serra per la regia di Marco Plini. Tra la commedia surreale e il giallo, questa pièce di Harold Pinter, dagli echi beckettiani, sembra voler dimostrare che dietro alla bramosia di potere non c’è niente, nessuna idea, nessuna visione, solo la vanità del singolo individuo.
L’onorevole, coprodotto con il Teatro Biondo Stabile di Palermo e l’Associazione Diablogues è un testo di Leonardo Sciascia che racconta con ironia come l’ascesa politica di un onesto professore di lettere possa diventare un’ineluttabile seppur pacifica caduta morale. Lo mettono in scena Enzo Vetrano e Stefano Randisi che ne sono anche protagonisti assieme a una delle più amate attrici italiane, Laura Marinoni.
A concludere la Stagione, a maggio 2015, sarà il debutto di un altro nuovo allestimento: La traviata ovvero La signora delle camelie, opera in due atti e quattro quadri tratta dal romanzo di Dumas e dall’opera di Verdi, che verrà realizzata in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna e la Scuola dell’Opera Italiana. Autore e regista di questa ballad opera, o singspiel nell’accezione mozartiana, Nanni Garella.
Garella è anche regista di una produzione che in ottobre sarà in prima assoluta nella Sala Thierry Salmon (sala piccola) nell’ambito di VIE Festival 2014 e che lo vede protagonista con Laura Marinoni e la compagnia di pazienti psichiatrici di Arte e Salute. Si tratta de La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat rappresentati dagli internati dell’ospedale di Charenton sotto la guida del Marchese di Sade, di Peter Weiss, un classico dell’avanguardia teatrale del secondo Novecento reso celebre dalla storica messa in scena di Peter Brook nel 1967.
Ancora nella Sala Thierry Salmon (sala piccola) sarà in scena una coproduzione internazionale – partner la Maison de la culture d’Amiens – firmata da Lukas Hemleb, regista tedesco che opera prevalentemente in Francia, dove collabora con prestigiosi teatri come l’Odéon, la Comédie-Française, il Bouffes du Nord. Il suo nuovo lavoro è Io sono il vento dello scrittore e drammaturgo Jon Fosse, considerato il maggiore autore drammatico norvegese dopo Ibsen. Hemleb ha scelto come interpreti Luca Lazzareschi e Giovanni Franzoni e ha chiamato Pietro Babina a disegnare scene e costumi.
Completa il panorama degli allestimenti di Emilia Romagna Teatro, previsti all’Arena del Sole nella prossima stagione, la ripresa di Clôture de l’amour / Fine di un amore, uno spettacolo di Pascal Rambert, in cui i personaggi interpretati da Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi, si interrogano, attraverso due lunghi monologhi, sulle ragioni della fine della loro storia d’amore.

Le ospitalità
Il Teatro Equestre Zingaro
Per dire addio all’anno vecchio e iniziare quello nuovo, l’appuntamento è con il Teatro Equestre Zingaro di Bartabas, artista fuori dagli schemi che ha creato una forma di spettacolo in cui l’arte equestre la musica, il teatro e la danza hanno trovato un’armonica unione, catturando i cuori di migliaia di spettatori in tutto il mondo. Bartabas, che dirige anche l’Accademia dell’Arte Equestre all’interno delle Stalle Reali del Castello di Versailles, condivide la sua più recente avventura, Golgota, con Andrés Marín, uno dei più talentuosi protagonisti del flamenco moderno.

La prosa: da Shakespeare ai contemporanei, passando da Dostoevskij.
In RIII – Riccardo Terzo Alessandro Gassmann è sia nelle vesti di regista sia in quelle di grande protagonista… Grande in tutti i sensi perché a rendere in scena ancora più sinistra la figura di Riccardo è, grazie a un artificio scenico, una altezza innaturale. Nella traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan la lingua di Shakespeare è divenuta “parlabile” e naturale, mettendo l’opera in sintonia con i nostri tempi.
Quarant’anni dopo il celeberrimo sceneggiato Rai I Fratelli Karamazov, Umberto Orsini torna a vestire i panni di Ivan. Nell’opera di Dostoevskij c’è un episodio fondamentale in cui Ivan racconta al fratello Alioscia il proprio romanzo mai scritto: La leggenda del grande Inquisitore. Il capitolo viene messo alla prova dalla regia di Pietro Babina: ai grandi interrogativi che l’uomo si pone – il potere, la libertà, la fede – Ivan proverà a rispondere in una TED conference, il format di conferenze iper-democratico.
Gabriele Lavia dirige un’intensa protagonista della scena italiana, Anna Maria Guarnieri, su un capolavoro di un autore che ha segnato il XX secolo. Sinfonia d’Autunnodi Ingmar Bergman è un dramma psicologico e familiare, un lucido ritratto del rapporto conflittuale tra una madre e una figlia.
Il Teatro dell’Elfo propone un testo contemporaneo messo in scena da Ferdinando Bruni e Elio De Capitani: Frost/Nixon di Peter Morgan. Nel 1977 David Frost realizzò una serie di quattro interviste televisive a Richard Nixon, in cui l’allora ex presidente degli Stati Uniti, dimessosi sull’onda dello scandalo Watergate, fu messo alle corde dal giornalista fino a confessare, negli ultimi istanti della trasmissione, le proprie responsabilità.
L’acrobata delle parole Alessandro Bergonzoni propone il suo nuovo spettacolo: Nessi, ovvero connessioni ma anche fili tesi e tirati, trame e reti, tessute e intrecciate per collegarsi con “il resto dell’universo”.

Tra parole, musica, canzoni
Due spettacoli in cui la giustapposizione di parole, musica, canzoni è elemento fondante.
Il primo è il nuovo spettacolo di Marco Paolini, Ballata di uomini e cani, dedicata a Jack London, cheha la forma di un canzoniere teatrale con brani tratti da opere e racconti di Jack London e con musiche e canzoni a essi ispirate. Una sorta di tributo allo scrittore statunitense di cui viene dispiegata la poetica sorprendentemente articolata, intrecciata alla sua biografia avventurosa. Il racconto di una vita selvatica da cui scaturiscono riflessioni sull’esistenza e sul senso del “limite” per l’uomo contemporaneo.
Il secondo è Magazzino 18 di e con Simone Cristicchi che, anche tramite canzoni inedite, racconta una pagina dolorosa della nostra storia. Magazzino 18 è, al Porto Vecchio di Trieste, un “luogo della memoria” pieno di umili testimonianze che raccontano l’esodo di coloro che, dopo il trattato di pace del 1947 in seguito al quale l’Italia perdette vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, impacchettarono le proprie poche cose e si lasciarono alle spalle città e case, per trasferirsi all’interno dei nuovi confini.

Teatro d’arte e inclusione sociale
Rappresentato nei più prestigiosi festival e palcoscenici internazionali, arriva all’Arena Disabled Theater del coreografo e regista francese Jérôme Bel con la compagnia svizzera Theater HORA, i cui performer, di età compresa tra i 18 e i 51 anni, sono colpiti da sindrome di Down o disabilità mentali. Un lavoro tra danza e teatro che sfugge alle definizioni, che emoziona, scuote e diverte con la sua carica di intelligenza. Una riflessione sul senso del teatro, dell’arte e della vita. Lo spettacolo è presentato in collaborazione con Xing.
La Compagnia della Fortezza nasce come progetto di Laboratorio Teatrale nella Casa di Reclusione di Volterra oltre 25 anni fa con la direzione di Armando Punzo che presenta il suo ultimo lavoro messo in scena con i detenuti-attori della compagnia. Santo Genet è dedicato allo scrittore francese Jean Genet, colui che con le sue parole ha saputo più di chiunque altro strappare la bellezza al dolore.

Circo contemporaneo
Nell’ambito di Corpi&Visioni, progetto di circo contemporaneo in Emilia-Romagna vengono presentati due spettacoli internazionali. In Plan B ritroviamo gli elementi fondamentali del teatro di Aurélien Bory: una scenografia vivente come un’installazione e una danza dalla forte vena acrobatica per una visione della drammaturgia aperta all’arte contemporanea, cinematografica e circense. Marie-Louise è proposto dalla compagnia francese L’Éolienne la cui regista, Florence Caillon, ha sviluppato un originale approccio alla coreografia acrobatica, creando quello che lei stessa definisce “circo coreografico” e che rappresenta la peculiarità dello spettacolo.

Il programma della Stagione 2014-2015, che nella sua totalità verrà presentato a settembre, si completerà con le ospitalità della Sala Thierry Salmon (sala piccola) e del Teatro delle Moline, e con ulteriori spettacoli previsti nella Sala Leo De Berardinis (sala grande).
Spazio anche alla danza, con una programmazione realizzata in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna, con Teatri di Vita e con Gender Bender Festival.
Prologo della Stagione sarà VIE Festival (9-25 ottobre), che da Modena e dintorni si estenderà all’Arena del Sole e a Pubblico, il Teatro di Casalecchio di Reno.

La campagna abbonamenti avrà inizio giovedì 11 settembre presso la biglietteria del teatro, Via Indipendenza, 44, Bologna
Arena del Sole – Tel.051.2910911 (uffici), 051.2910910 (biglietteria, dall’11 settembre)
www.emiliaromagnateatro.com
www.arenadelsole.it

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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