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Da Sezione comunicazione cna

L’esposizione in programma sabato e domenica dalle 10 alle 19. Diciotto gli artigiani protagonisti, rappresentativi sia della tradizione che dell’innovazione

Dal riciclo la creazione d’autore: a Palazzo Crema mostra dell’artigianato artistico organizzata da Cna

Sabato 9 settembre e domenica 10 si terrà a Palazzo Crema (via Cairoli 13 a Ferrara) una esposizione di artigianato artistico, promossa da Cna in collaborazione con Ingegnarte di Andrea Giovannelli, dal titolo “Recycle & Co. Handmade Quality Market”. L’iniziativa è pensata per valorizzare forme di creatività artistica ispirate alla cultura del riciclo, interpretati da un artigianato artistico che mantiene tutt’ora forti caratteri di tradizione, ma presenta al tempo stesso originali esperienze innovative. Diciotto gli artigiani presenti a Palazzo Crema, rappresentativi delle diverse specializzazioni: Franco Antolini (libri e agende d’autore), Mario Ballarin (lavorazione vetro), Gianni Boraggini (gufi in ceramica), Marica Cariani (bigiotteria), Katia Ciocca (pelletteria e illustrazioni), Stefano De Carolis (complementi d’arredo), Simona Foglia (lavorazione metalli), Alessia Gamberini (accessori da riciclo), Andrea Giovanelli (complementi d’arredo), Nicla Giovanelli (calzature d’autore), Claudia Magnani (complementi d’arredo), Stefania Modigliani (ceramica), Matteo 25 (complementi d’arredo legno), Marco Pigozzi (gioielli), Andreana Piscopo (gioielli), Rita Schiavi (pelletteria), Simona Strada (abbigliamento), Massimo Travagli (lavorazione vetro).

Il filo conduttore della mostra è dunque quello del riutilizzo di materiali, come vetro, legno, metalli, plastica, a partire da oggetti impensati, come ad esempio cavi elettrici o, addirittura, camere d’aria, reinterpetati in creazioni artistiche originali, destinate a un nuovo e del tutto diverso uso.

Nel corso delle due giornate, durante l’orario di apertura (dalle 10 alle 19), sarà possibile non solo ammirare questi oggetti di artigianato artistico, ma anche seguire – attraverso dimostrazioni dal vivo proposte dagli artigiani protagonisti della mostra – il processo materiale attraverso il quale ciascuna opera prende forma, diventando un oggetto bello e unico, comunque d’autore.

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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