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Da Ufficio stampa

Tornano il rombo e le atmosfere d’epoca – da sabato 23 a domenica 24 settembre – della manifestazione “Auto Moto Storiche in Centro Storico”(alla 9 edizione) a Ferrara che raccoglierà oltre un centinaio di vetture storiche (dagli anni ’30 fino agli anni ’90) parcheggiate nel cuore di Ferrara. “Tre le location – spiega Riccardo Zavatti presidente dell’Officina Ferrarese – in piazza Trento Trieste le macchine d’epoca con la serie completa delle prestigiose Porsche (1955-1990) ed ancora le fiammanti Alfa Romeo e le vetture inglesi, storia e mito dell’automobilismo, accompagnate dalle moto storiche della collezione del motociclista Massimo Simani; in via Cortevecchia il ronzio di una trentina di Vespe e la serie completa delle Px; in piazza Castello una ventina di storici ed indimenticabili trattori Landini che hanno contribuito a disegnare il paesaggio della nostra agricoltura. Un modo per verificare come sono cambiati i tempi, i mezzi di locomozione e di conseguenza gli status symbol: oggi l’auto è vissuta in modo diverso, più come uno strumento di lavoro, specie dai giovani” . Daniele Gilli del Vespa Club aggiunge: “Festeggiamo i 40 anni della Vespa serie Px, decisamente la miglior per viaggiare, un omaggio dovuto ad un mezzo che è stato ed è ancora nella storia degli italiani”. La novità dell’edizione 2017 è appunto la presenza dei trattori: “Portare in piazza i trattori è rappresentare la storia della nostra agricoltura e di quanti hanno operato in essa ” ricorda Marco Garbellini, presidente del Gruppo dei Trattoristi Ferrarese

Un evento che occuperà il sabato e la domenica (23 e 24) – promosso dal Club Officina Ferrarese, da Ospitalità Estense ed Ascom Confcommercio Ferrara con il supporto del Centro Porsche di Bologna – che è stato presentato oggi (20/09) alla stampa nella sede del Club.

Un evento salutato con entusiasmo dall’assessore al Commercio Roberto Serra: “Un week end pieno di eventi: Ferrara città delle biciclette e dei motori riprendendo anche la nostra bella tradizione trattoristica legata all’agricoltura. Città di eventi che coinvolgono tutto il tessuto urbano e che rendono Ferrara sempre più città ospitale con particolare riferimento al nostro mondo del commercio e dei pubblici esercizi”.

A Filippo Orlandini, presidente di Ospitalità Estense, il compito di illustrare le iniziative a corollario: “Abbiamo confermato la collaborazione con Il Centro Porsche Bologna, che da un fondamentale sostegno quale main sponsor e che garantirà la presenza di 2 Porsche, ultimo modello. Dopo il grande successo delle precedenti edizioni, è confermato il Concorso Fotografico, a partecipazione gratuita, il cui regolamento è visibile sul sito dell’evento www.automotostoricheferrara.it Saranno in esposizione nelle vetrine delle aree in cui si svolge l’evento, una selezione delle foto delle precedenti edizioni. Grazie alla preziosa disponibilità e passione dei soci dell’Officina Ferrarese, abbiamo predisposto auto d’epoca che, guidate dai rispettivi proprietari, consentiranno al pubblico della manifestazione di fare brevi tour come passeggeri e provare l’esperienza del “viaggiare d’epoca”. E non mancherà neppure un omaggio alla Spal in serie A con un mezzo presente con la livrea biancoazzurra.

La conclusione nelle parole di Giulio Felloni, presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara che ha espresso tutto il suo plauso:”Motori ed Ospitalità sono davvero nel DNA di questa città e rappresentano davvero eccellenze da scoprire per i nostri concittadini e non solo. Sarà un fine settimana davvero per tutti i gusti: dal motorismo storico, all’ appuntamento con i sapori del Mercato Europeo con ancora Ascom protagonista fino al grande calcio con il big match Spal Napoli: per Ferrara, questi eventi possono essere il segnale anzi motore della ripresa”.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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