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da: ufficio stampa Autori a Corte 2016

L’appuntamento ferrarese con Autori a Corte si rinnova all’insegna delle presentazioni letterarie di qualità e dei grandi nomi, mercoledì 20 luglio, nella gradevole cornice del Giardino delle Duchesse.
L’evento apre i battenti alle ore 19 con l’aperitivo in musica a cura del pub Il Molo di via Contrari, mentre alle 19,45 si prende il via con la giornalista e modella Vittoria Tomasi, nata a Codigoro ma abitante a Comacchio. Nel 2014 è uscito il suo primo romanzo fantasy, Anita e la Setta dei Padroni del Tempo, il cui ultimo capitolo verrà presentato in serata: “Anita e il segreto di Venezia”, edito da La Carmelina, moderata dal caporedattore di Ferrarabynight, Matteo Rubbini. Il libro continua a raccontare le avventure della giovane eroina Anita, dalla nobile ascendenza italiana, che si troverà ad affrontare un nemico davvero temibile, il capo misterioso di una Setta millenaria, e infine, aiutata da un originale gruppo di amici e famigliari, troverà l’amore e il suo destino tra i canali di una moderna Venezia e i musei dell’affascinante Firenze.
Assieme a lei, Paolo Molinari, altro autore ferrarese, presenta il suo terzo libro pubblicato con La Carmelina, “Quattro Giacobini a Hermegual”. Dramma storico che si intreccia agli eventi che seguono la Rivoluzione Francese, segue le peripezie di quattro giovani, idealisti e rivoluzionari in fuga da una Parigi rivoltosa, che si rifugiano in Sud America per diffondere i loro propositi guerriglieri intrisi di libertà, uguaglianza e fraternità.
Alle 20,45 segue la presentazione di “Scrivere tra le righe” edito da La Carmelina, una raccolta di romanzi brevi scritti dagli allievi di Marcello Simoni nel suo corso di scrittura creativa, tenuto presso la libreria L.A. Muratori di Comacchio e promosso da Anastasia Rizzoni. L’incontro vedrà un conduttore d’eccezione, lo showman Paolo Franceschini – autore, tra l’altro, di un recente romanzo autobiografico che parla in un suggestivo racconto della sua personale camminata lungo il sentiero di Santiago. La raccolta è stata completata dalle immagini elaborate da una selezione di giovani illustratori-allievi degli istituti scolastici “Aleotti – Dossi” di Ferrara.
Finale di serata alle 21,45 con lo strepitoso autore di best-seller internazionali, Marcello Simoni che torna con un romanzo denso di mistero e avventura, scritto con la sua consueta e straordinaria maestria. Di lui dicono che «La sua scrittura è un mix tra Il nome della rosa in salsa ferrarese e un Dan Brown con influssi salgariani…» (la Repubblica) e infatti quest’ultimo thriller, pubblicato nel 2015, diventa ben presto primo in classifica e raggiunge un milione di copie. Moderato dalla giornalista e scrittrice Camilla Ghedini: “L’Abbazia dei Cento Inganni” – distribuito da Newton Compton – è ambientato a Ferrara, nell’inverno del 1349, dove circolano voci su riti satanici e di una imminente apocalisse, e l’impavido cavaliere Maynard de Rocheblanche, con l’appoggio della Santa Inquisizione, intraprende un’indagine personale per cercare di far luce sulla verità.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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