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Egregio sig. Presidente del Consiglio,

In questi giorni a Ferrara è in corso un processo penale per la individuazione delle eventuali responsabilità connesse all’aumento di capitale da 150 milioni di euro sottoscritto da migliaia di Ferraresi previa autorizzazione delle autorità bancarie di controllo che da tempo avevano sottoposto la CARIFE a verifica.
Alle porte dell’aula, messa a disposizione dal Comune di Ferrara e dal volontariato locale, sostano diversi cittadini, ma molti di più sono a casa scoraggiati per la vergogna di avere perso i loro risparmi.

Io sono tra quelli che hanno accolto con piacere la Sua decisione di incontrare “gli azzerati” anche se da modesto tecnico del diritto la affermazione che “i truffati saranno risarciti” mi ha creato non pochi dubbi, infatti che chi crea un danno debba risarcirlo è già scritto nel codice civile, che Lei conosce meglio di me, e se fosse così semplice non vi sarebbe bisogno di leggi ad hoc, di fondi destinati e di garanzie offerte dal FIDT alle banche acquirenti quelle liquidate. Si porrebbe però in carico ai risparmiatori esclusivamente quella rigorosa prova della truffa che obbligherebbe ciascuno a defatiganti gradi di giudizio per provare la frode della banca o del suo funzionario. Non è questo che chiedevano gi azzerati almeno nei tanti incontri che io ho avuto con loro!
Nella Sua affermazione, infatti non c’è alcun richiamo a quella volontà politica di ristoro degli azzerati che avevo letto in campagna elettorale, né alcun riferimento a l fondo inserito nella ultima finanziaria e che attende dal governo gli strumenti attuativi per la distribuzione delle risorse, pur da implementare, che vi sono contenute.
Spero pertanto che il decreto attuativo, fermo da marzo, trovi presto il suo canale di emanazione da parte del Governo in carica sciogliendo i tanti dubbi dei risparmiatori.

Nel frattempo Le rammento che le decisioni della ACF ( arbitro controversie Consob) hanno già accolto diversi ricorsi dei risparmiatori delle banche azzerate, accertando sia la legittimazione passiva delle banche acquirenti sia la mera violazione del TUF ( testo unico della Finanza), quale titolo risarcitorio e quindi senza esigere costose e lunghe procedure giudiziali.

I ristori previsti dalla Banca di Italia attraverso il FIDT e concordati nell’accordo di risoluzione non sono tuttavia stati erogati ai risparmiatori e sa perché ? Perché la Banca d’Italia ha inibito al FIDT di osservare come efficaci le decisioni arbitrali della CONSOB.

Caro Presidente noi qua abbiamo l’impressione che la musica sia sempre la stessa, pur se cambiati e tanto i suonatori, ma poiché io sono fatto a mio modo, continuo – come ho fatto con il precedente Governo – a denunciare come insostenibile che organi dello Stato posti a garanzia del risparmio privato, non si mettano d’accordo neppure oggi quando i soldi ci sono e sono sia nel fondo a disposizione del Suo Governo, sia nel FIDT ( 150 milioni per la ex CARIFE).

Orbene se è vero che Ella ha a cuore , come penso, la sorte del risparmiatori che ha incontrato, lasci perdere per un momento la truffa ed il risarcimento – che chi vorrà potrà perseguire nelle aule di giustizia con tempi e costi di non poco conto – e si concentri nel dare pratica attuazione alla erogazione del fondo già stanziato e soprattutto faccia in modo che le decisioni dell’arbitro Consob ( ACF) divengano vincolanti come è logico aspettarsi anche per Banca d’Italia e quindi si autorizzi il FIDT a pagare i risparmiatori che hanno vinto ( sono già qualche decina) per il tramite delle stesse banche acquirenti UBI Banca e Bper.

Buon lavoro Signor Presidente !

Il Sindaco Tiziano Avv. Tagliani

Da: Dott.ssa Anna Rosa Fava
Portavoce del Sindaco

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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