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Tra le mostre più rilevanti ancora recentissime spicca certamente ‘Sulle arie, sulle acque, sui luoghi'(dal 22 aprile al 31 maggio scorso a Ferrara – Galleria Fabula Fine Art), di Lucia Lamberti a cura di Maria Letizia Paiato: rispettivamente nota artista di Salerno e storica dell’arte e animatrice culturale di Pescara e Ferrara, contemporanee di ampiezza nazionale. Ora un approfondimento retrospettivo sulla mostra e una amplifcazione futuribile sull’arte italiana del nostro tempo in generale con una breve intervista parallela… sul piano tecnico (dell’artista) e quello critico (della storica).

Da anni protagonista a Ferrara, a Pescara e altre città italiane come storica dell’arte, curatrice di mostre. Dal 2016 è capo redattore della rivista ‘Segno’. L’ultima mostra a Ferrara per FabulaFineArt, uno zoom?
Maria Letizia Paiato: La mostra sonda il lavoro di Lucia Lamberti ed è uno spaccato dedicato alla sua produzione dell’ultimo decennio: attraversa con intensità i temi della Storia, pagine buie di quella europea, elegantemente dimenticate o sospese in uno stato di memoria congelata. Il suo lavoro è intenso e tutto ciò arriva attraverso il gesto delicato della sua pittura. Conosco la sua opera da molto tempo, apprezzata da critici di levatura e spessore. Del suo lavoro si sono occupati Achille Bonito Oliva, Eugenio Viola e Antonello Tolve. Portarla a Ferrara mi è sembrato un modo per affrancare la città a coevi percorsi di ricerca di respiro nazionale. Un percorso condiviso con la galleria ospitante.

La sua recente mostra a FabulaFineArt a Ferrara a cura di Maria Letizia Paiato, un approfondimento?
Lucia Lamberti: Quello che si può vedere in mostra, oltre alle opere, è il mio procedimento: il passaggio da una serie all’altra avviene attraverso una scelta legata a un nesso logico o intuitivo. In ordine di realizzazione apre il racconto la raccolta di opere su Kaliningrad, enclave russa in territorio europeo. La base militare insiste sullo stesso luogo dove si trovava, fino al 1945, la città di Koenigsberg: ad essa sono dedicate le opere in cui gli edifici sono visibili solo nei riflessi dell’acqua e l’installazione dei sette ponti, famosi per il problema disquisito da Eulero nel suo trattato. Tra le molte immagini della capitale della Prussia orientale, ne ho trovate diverse scattate dalle gondole dei dirigibili, altra traccia presente nell’esposizione. Questi velivoli vennero utilizzati per raggiungere per la prima volta il Polo Nord. Le spedizioni per la conquista del punto estremo del nostro pianeta partivano dalle Svalbard, ultima tappa presente in mostra. Ma gli snodi non sono obbligati e ciascuno può costruirsi il proprio percorso attraverso le opere. E in più c’è in intruso: un lavoro che appartiene ad una serie sul porto della mia città natale.

Tra modernismo, quasi vintage, ed eco poetica con l’archetipo dell’acqua sempre significante: per un futuro nuovo moderno mobile e nobile?
Lucia Lamberti: Nobile è anche il cognome di uno dei protagonisti dei viaggi al Polo… In questo intreccio fra immagini e parole quello che cerco di fare è di sovrapporre con delicatezza, con una tecnica che assomigli alle velature dell’acquerello, ciò che decido di raccontare. Il tempo nella mia ricerca pittorica gioca un ruolo fondamentale e, anche se non posso inserirlo all’interno del singolo lavoro bidimensionale, ho la possibilità di utilizzare delle sequenze per una lettura diacronica delle serie pittoriche.

In pillole compresse: l’arte contemporanea oggi in Italia, tra Sgarbi e Cattelan?
Maria Letizia Paiato: Imparagonabili e inaccostabili, fosse anche solo per il fatto che Vittorio, credo, abbia difficoltà a penetrare nel profondo il lavoro di Maurizio che farà certamente rumore e scalpore nel mondo dell’arte, ma che resta innegabilmente pungente. Amo gli artisti di brand! È la nostra epoca, né più né meno. Di asini il mondo è pieno e Maurizio lo sa bene. Comunque sia, l’arte oggi o ti fa pensare o ti fa vedere, o ti avvicina o ti allontana. C’è poco da fare. Se vai a Venezia adesso per la Biennale puoi rimanere incantato dal lavoro della grande Maria Lai, poco onorata come meritava in vita, e pensare a come l’arte possa avere un suo perché nella collettività. Oppure puoi andare a vedere Damien Hirst e rimanere folgorato dall’impatto gestaltico dell’intero progetto. Da critico il mio dovere è leggere entrambe le strade.

Info:
Maria Letizia Paiato
http://www.rivistasegno.eu/author/letizia/
Lucia Lamberti
http://arteculturaok.blogspot.it/2017/04/lucia-lamberti-sulle-arie-sulle-acque.html

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Roby Guerra


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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