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Ferrara si segnala in certo Noir-Fantasy-Giallo con alcune iniziative periodiche interessanti anche ma sempre un poco manieristiche e periferiche, filoistituzionali; poco nella fantascienza evoluta. In ogni caso tempo di sguardi diversi e meno provinciali come attestano le cronache nel panorama nazionale. La rivista “La Zona Morta” dal celebre romanzo di un certo Stephen King ( poi anche un film di un altro famoso tecnovisionario oscuro come Cronemberg) spicca in Italia nelle cronache diversamente marziane del nostro tempo letterario avanzato e anche pop sperimentale, interfaccia del profondo inconscio già techno (per dirla anche con F. Vaccari o certi futurologi sociali) collettivo, nelle danze oscure sinaptiche e creative contemporanee. A cura di Davide Longoni, tra i punti di riferimento più autorevoli italiani per tale letteratura con la rivista, ecco una intervista significativa a quest’ultimo dalla nuova dimensione X 3.0….:

La Zona Morta, fantasy magazine a 360°, da Stephen King a Lovecraft, quasi un multitasking pop filosofico, tra horror, fantascienza e noir contemporaneo e sottomenu vari?
Esatto, La Zona Morta nacque come fanzine cartacea nei primi anni Novanta del secolo scorso proprio per essere un contenitore del fantastico a 360°, prendendo in considerazione il genere in tutte le sue forme e modalità di espressione: principalmente fantascienza, horror e fantasy. Quando siamo diventati una webzine e con l’arrivo in rete il concetto si è allargato, pur mantenendo lo stesso spirito… fondamentalmente la Passione, quella con la “p” maiuscola!

Il Fantastico e-o fantascienza o fanta horror come Parola e Arte del nostro tempo e/o psicologia d’anticipazione, sorta di antivirus mentale al mondo attuale, violento e reificato?
Diciamo che le chiavi di lettura sono molteplici e ognuno cerca di dargli quella che vuole o che più gli si confà. A me non piacciono troppo le etichette: “Star wars” è fantascienza, fantasy tecnologico, fiaba per bambini o film d’avventura? A me piace il fantastico fin dall’età di sei/sette anni, quando guardavo i telefilm di “Ufo” e di “Spazio 1999”, i film horror della Hammer e l’impareggiabile sceneggiato “Ritratto di donna velata”.. com’era allora il mondo? Com’ero io? Davvero cercavo un antivirus al mondo che mi circondava? Credo che tutto invece si possa ricondurre semplicemente alla fantasia che è insita in ognuno di noi… i miei coetanei sognavano di giocare nel Milan o nell’Inter, le bambine sognavano di incontrare il principe azzurro, io di uccidere il principe delle tenebre!

Davide, Bruno Betteleheim in un classico psicanalitico, Il Mondo Incantato, parlava delle fiabe come eccellenza letteraria per l’infanzia; certo indubbio boom del fantastico (tra fantasy, fantascienza, ma anche in fondo horror) è il mondo delle favole nella modernità?
Credo proprio che Bruno Betteleheim abbia ragione: siamo cresciuti tutti con le fiabe, sono state il nostro primo approccio alla letteratura pur senza rendercene conto e ci hanno insegnato sempre tanto. Certamente le fiabe andavano anche un po’ svecchiate ed ecco spiegato il boom del fantastico per ragazzi di questo periodo: non è altro che la modernizzazione delle vecchie favole di quando eravamo ragazzini, si tratta sempre e comunque di storie di crescita, di un percorso fatto dai protagonisti per diventare più grandi, maturi e consapevoli. Bisognava adattare le varie Cenerentola, Biancaneve, Cappuccetto Rosso perché nel mondo di oggi sono poco credibili… meglio allora Harry Potter e company!

Davide, curatore per la Zona Morta, ma anche- dopo e oltre numerosi racconti su riviste varie, autore qualche anno fa di un libro fantasy per ragazzi Mercuzio e l’erede al trono, saga ancora attuale e in primo piano, un approfondimento?
Mercuzio e l’erede al trono nasce in realtà come una fiaba per i miei bambini… in questo senso. Non ero ancora diventato papà, né tanto meno ero intenzionato allora a crearmi una famiglia, però sapevo che prima o poi avrei avuto dei figli perché li desideravo, per cui ancora prima che nascessero ho scritto per loro questa favola, che fosse diversa da tutte le altre, da potergli leggere la sera prima di andare a fare la nanna, una fiaba che fosse tutta loro. E ci ho messo dentro tutta la mia passione e le mie passioni, il mio essere ragazzino e il mio voler crescere e diventare uomo, le mie esperienze e tanto altro ancora, in modo che velatamente potessero divertirsi e al tempo stesso conoscere meglio il loro papà. Poi da cosa nasce cosa… ho fatto leggere qua e là il libro, chi lo ha letto mi ha spinto a trovare un editore affinché anche altri bambini potessero leggere Mercuzio…. e dopo qualche tempo il libro è uscito. E adesso che ho dei figli, naturalmente lo sto leggendo loro… e si stanno proprio divertendo!

Davide, nuove esplorazioni letterarie in vista, personali?
Al momento sono impegnato con alcune collaborazioni per libri in uscita o appena usciti pubblicati da amici che hanno chiesto la mia presenza, ma stavolta si tratta di altri generi. Cito gli ultimi due in ordine di tempo: una lunga appendice al Volume 5 della Storia del Cinema Horror Italiano curato da Gordiano Lupi e pubblicato dalle Edizioni Il Foglio letterario; e la prefazione al volume Il Museo degli Orrori di Dario Argento curato da Luigi Cozzi e pubblicato dalle Edizioni Profondo Rosso… e qualcos’altro è in arrivo ma è ancora presto per parlarne!

Info
http://www.lazonamorta.it/lazonamorta2/

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Roby Guerra


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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