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da: ufficio stampa A.N.B.I.

Oggi, venerdì 26 giugno, sarà la volta della Capitanata e della Piana del Sele

Sono stati circa trecentomila, raddoppiando l’ascolto della rete nella fascia oraria, gli spettatori che, ben oltre la mezzanotte, hanno seguito, su RAI 2, la messa in onda del documentario “Terra d’acqua – Il canale Cavour e il riso”, realizzato da RAI Expo con il supporto organizzativo dell’Associazione Irrigazione Ovest Sesia nell’ambito del progetto Experia; altro dato positivo è che gli ascolti sono aumentati nel corso della trasmissione così come tante continuano ad essere le visualizzazioni sull’ apposita piattaforma Internet.
“Siamo molto soddisfatti da questi numeri – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue (ANBI), che ha collaborato al progetto – a dimostrazione che anche la divulgazione di aspetti meno conosciuti del territorio, come la sua gestione idraulica, possono essere driver di buoni ascolti.
L’auspicio è che, confortata da questi risultati, RAI prosegua in questa opera di sensibilizzazione precipua del servizio pubblico, migliorandone anche la fruibilità grazie ad un posizionamento in orario di maggiore ascolto!”
Oggi, Venerdì 26 Giugno alle ore 23.55, come ogni venerdì fino a fine Agosto, andrà in onda la terza “tappa” di questa serie televisiva “lungo le strade d’acqua italiane”: protagoniste del documentario “Sole, sale, Sele” saranno le trasformazioni dell’economia agricola nei comprensori dei Consorzi di bonifica Capitanata in Puglia e Destra Sele in Campania.
Nell’anno dell’Esposizione Universale a Milano, RAI Expo, struttura cross-mediale nata per promuovere i temi dell’evento, ha prodotto, in collaborazione con Padiglione Italia e Politecnico di Milano, “Experia-Viaggio in Italia nell’anno dell’Expo”, una serie di 12 documentari dedicati alle eccellenze, alle criticità ed alle trasformazioni del territorio, coinvolgendo la realtà dei Consorzi di bonifica in almeno 5 dei video realizzati. A piedi, in barca, in bici o in treno, il narratore, Guido Morandini, munito di un sistema di navigazione satellitare, ha percorso itinerari inediti per “navigare l’agricoltura”.
La piattaforma Experia, ospitata sul sito expo.rai.it, fornisce la geo-localizzazione di luoghi e personaggi del progetto, nonché le linee tematiche di interconnessione fra territori ed ambienti alimentari. Include, inoltre, contenuti “extra” ricavati dai materiali televisivi o generati dagli utenti. A conclusione dell’Expo, la piattaforma rappresenterà una delle eredità immateriali del grande evento, destinata a rimanere uno strumento per conoscere “un’altra Italia”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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