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Volevo vivere di musica”, racconta Noemi. E ci è riuscita.

La voce, un ukulele e il suo inseparabile cane Kinder, un golden retriver dolcissimo, come il suo nome. Niente altro.
Il talento e la bellezza di Noemi Cannizzaro – in arte Nòe – illumina le strade delle città italiane. Busker per scelta, Noemi tre anni fa ha lasciato il paese di Menfi – 12 mila anime in provincia di Agrigento – e la sua Sicilia per trasferirsi nei dintorni di Milano.
Per suonare per strada, o nei locali milanesi. Per fare musica. Per scrivere la sua vita.
“Ogni volta che suono in strada torno a casa con una storia nuova. Inizialmente ero timida, parlavo poco – confida Noemi – ma da quando suono a contatto con la gente mi apro di più con le persone”.

Ma cominciamo dall’inizio. Perché per fare la scelta di Noemi, 28 anni, servono coraggio e volontà. Motivazione, studio e perseveranza.

Nata sotto il segno dei pesci nel 1988, diplomata in canto pop al Cpm (Centro professione musica) di Milano, Noemi continua il suo percorso musicale laureandosi al Dams di Palermo. Nel 2012 viene selezionata da Elisa per aprire il concerto del suo raduno al Viper Club di Firenze. Nel 2014 è prima classificata al concorso Musica Controcorrente e vince il premio Donida come migliore interprete.
Il 19 dicembre 2015 apre il concerto al raduno di Elisa con il suo brano ‘Umori’.
Il 20 marzo 2016 esce il suo primo singolo ‘Non lo so’, che anticipa l’Ep (Extended play, cd che contiene inediti) ottenendo subito un riscontro positivo: il brano si classifica al primo posto al Note d’Autore edizione 2016, premiata da Klaus Bonoldi di Universal. Il 3 agosto Nòe pubblica il suo primo Ep autoprodotto, scritto in collaborazione con l’autore Carmelo Piraino. L’Ep ‘Non lo so’ viene presentato quindi al Roxy Bar di Red Ronnie nel 2016. Nel 2017 Nòe si è esibita a Casa Sanremo con Fiat Music e Optima.
In pochi anni ha conseguito 3 diplomi al Cet (Centro europeo Tuscolano) di Mogol: Autore di testi (2013), Composizione (2016), Interpretazione (2017).
Tra i suoi programmi per la prossima estate, anche la partecipazione al Ferrara Buskers Festival.

Come è nata la tua passione per la musica?
Da piccolissima: avevo scritto con un pennarello le note sopra la tastiera e suonavo sempre. A 13 anni sono entrata in una band.

Cosa ti ha spinto a trasferirti a Milano?
Ho partecipato a un corso per autori al Cet: sono rinata. Sembrerà strano, ma al termine dei tre mesi ho smesso di scrivere, ho capito che sono più portata per le collaborazioni con altri autori. Mi piace trovare sintonia con chi scrive. Ho frequentato così il corso per compositori e ho iniziato a farmi aiutare negli arrangiamenti dei miei brani.

Come hai deciso di dare una svolta alla tua vita?
Volevo mettere la musica prima di tutto. Ho iniziato a suonare per strada, ai matrimoni, a Sanremo, dove le radio piccole dimostrano attenzione gli artisti emergenti.
Più suonavo e facevo “cose”, più mi contattavano per serate live, eventi.

Quante ore canti ‘per strada’?
Dipende dalle giornate: posso suonare 2 ore, ma anche sei o di più.

Riesci a guadagnare suonando e cantando per strada?
Nei punti di maggiore afflusso turistico capitano giornate fortunate, con turisti (soprattutto i giapponesi) molto generosi.

Suoni tutti i giorni?
Non sempre, dedico parecchio tempo anche ai social e internet, per cercare di promuovere la mia musica: è molto importante farsi conoscere e creare reti di contatti. Grazie ad un impegno costante sono riuscita a lavorare con regolarità, a organizzare numerose serate live.
Serve una programmazione perché ogni città ha il suo regolamento per i musicisti da strada: in alcuni luoghi occorre prenotarsi, in altri è vietato o impossibile esibirsi, ma ci sono anche città, come Bergamo, che accolgono in completa libertà i musicisti da strada.

Riesci a far conoscere la tua musica ai passanti?
A volte sì, riesco a vendere anche tanti miei cd perché suscitano interesse. Più spesso invece capitano turisti stranieri, più interessati ai classici della canzone italiana, da “Volare” a “O sole mio”. Ma grazie alla mia attività sono riuscita a produrre i miei ultimi singoli e i video artistici che li rappresentano.

Parliamo un po’ della tua musica… Il tuo ultimo singolo è ‘Le luci del cielo’. Cosa rappresenta per te?
In questa canzone mantengo accese le luci del cielo per unire il passato, il presente ed il futuro senza paure. I sorrisi di quando ero una bambina e i sogni mi aiutano a capire chi sono.

Quali sono le difficoltà che hai incontrato nel fare musica?
La difficoltà più grande secondo me sta nel non scoraggiarsi quando si ricevono delle porte in faccia, ma anzi bisogna approfittarne per mettersi sotto a lavorare di più.

Chi ti ha insegnato di più nella vita? Chi ti ha incoraggiato?
Sicuramente i primi ad avermi insegnato tanto sono i miei genitori, da sempre al mio fianco.
Nel corso della mia vita ho poi avuto modo di conoscere diversi musicisti da cui ho sempre ricevuto tanti consigli, cercando di ricambiare con la mia positività.

A chi ti ispiri nella tua musica?
Sono cresciuta ascoltando qualsiasi genere musicale, mi piace tutta quella musica che ti fa vibrare l’anima, sia allegra che triste, sento subito se c’è un legame. Nella mia musica cerco di partire dalle mie sensazioni e mi lascio trascinare con la curiosità di scoprire ciò che ho dentro.

Qual è la tua canzone preferita?
‘Fix you’ dei Coldplay, è sempre un emozione indescrivibile sia ascoltarla che cantarla. Mi tocca il cuore.

Hai un sogno nel cassetto?
Il mio sogno è poter vivere di musica, continuare a suonare e a scrivere non solo per me, ma anche per altri interpreti.

Che cos’è per te la vita?
La vita per me è la realizzazione del nostro essere che contribuirà alla vita dell’universo.

Alla Gigi Marzullo, “si faccia una domanda e si dia una risposta”…
“Cosa farai quest’estate?”
“Vorrei organizzare un tour in giro per l’Italia, amo viaggiare e se posso viaggiare con la mia musica io sono la persona più felice al mondo!”

Cos’è per te la musica?
(Noemi non ci pensa un attimo, la risposta è già chiarissima per lei, ndr) È molto più di un lavoro. La musica è espressione dell’anima.

Il tuo cane Kinder ti segue sempre?
Sì, Kinder è fantastico. Si accuccia accanto a me, buono buono. E mi ascolta. È il mio fan numero uno.

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Eleonora Rossi


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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