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da: organizzatori

Dal 23 Agosto disponibile in digital download il nuovo singolo

Guarda il video “Cannibali”: https://youtu.be/zDWPDfvsjA0

A distanza di poco meno di due anni dal precedente singolo “Quell’Universo”, che ha riscosso consensi e scalato la classifica radio Indie Music Like, il 23 agosto esce in tutti i negozi digitali ed in rotazione radio il nuovo singolo “Cannibali” di Artan

Presentazione a cura di Andrea De Borni.
Uno scritto su commissione comporta talvolta un appello non comune. Che questo sia rivolto alle proprie risorse o a quelle altrui, significa poco per chi legge. O vorrebbe. Io ho dovuto far ricorso a una lettera giovanile, sempre amata.

“la musica, prima di ogni cosa,
E per questo preferisci l’impari,
Più vago e solubile nell’aria,
Senza nulla in se che pesi o posi.
È necessario poi che tu scelga
Le tue parole senza qualche errore:
Nulla è più caro di una canzone grigia
In cui l’incerto si unisca al preciso.” (Verlaine)

Un discorso che vuole escludere ogni forma di confidenza, richiede termini generali. Perché sempre di musica si parla e di parole. Una creazione artistica che delimita il proprio campo nella forma di una canzone che ha dovuto logorare tutta una serie di possibilità e farsi carico di altrettante impossibilità, in modo impercettibile e spesso istintivo.
È quanto mi sembra di avvertire ascoltando la musica che Artan presenta non senza un filo di apprensione, dovuta ad una scelta stilistica che coinvolge il brano nella sua interezza.
Perché sempre di musica rock si tratta, sebbene in un linguaggio piuttosto atipico. L’autore non ha la pretesa di colorare le vocali, inventare nuovi metri o accordi, avvicinare quanto è distante in maniera naturale o sconvolgere la forma tradizionale della canzone, eppure ha voluto azzardare alcuni accostamenti di cui non si era abituati, non in provincia almeno. Come uno si possa trovare fra gli incitamenti del cavaliere dalla pallida figura al suo scudiero, fonte di ogni disgrazia, è uno strumento come l’ukulele, Mahatma Gandhi in una vignetta degli anni venti e cieli massacrati, cannibali e l’amore come unico motore di salvezza e allo stesso tempo fra riff di chitarra elettrica, questo non era previsto. Ma quando mai non si accetta una deviazione a quanto si era preparati ad andare incontro con questo spirito vacuo?
Musica è sempre musica ancora!

Artan (all’anagrafe Artan Rroku) nasce in Albania. Coinvolto in una missione della Caritas arriva in Italia in età adolescenziale, in quel paese visto solo in televisione. Frequenta le superiori come i bevitori più incalliti frequentano quelle taverne che ad una certa ora chiudono o servono solo birra scadente. E’ anche il periodo in cui inizia ad appassionarsi al rock ed a leggere “Memorie Dal Sottosuolo” di Dostoevskij preferendolo “All’Idiota”, le poesie di Montale dedicate alla moglie. Scrive le prime canzoni che suona con energia nei vari pub del trentino. Artan arriva alla ribalta televisiva nel 2008 nel paese natale, al concorso “Top Fest” di Top channel. Il suo brano rock dal titolo “Dolore” gira in tutte le radio nazionali. Nel 2011 produce e pubblica il suo primo lavoro discografico. Nel 2013 grazie a Roberto Perrone apre in acustico alla compagnia teatrale “Le Comedie” in 5 serate in Francia. Nel 2014 pubblica il secondo album “Artan Fuorimoda”. Ferrarese per adozione e trentino per lavoro, Artan pubblica, il 21 novembre 2014 per ALKA record label, il nuovo singolo “Quell’Universo” accompagnato dal relativo video clip. Il 23 agosto 2016 esce il nuovo singolo “Cannibali”, distribuito e promosso da Alka record label.

Registrazioni e mixaggio: Michele Guberti presso il Freedom Recording Studio
Musicisti: Michele Guberti (chitarre), Gio’ di Donna (percussioni), Danilo Vignola (ukulele)
Mastering: Luca Pernici
Distribuzione: ALKA record label
Ufficio stampa: AlkaNetwork

www.facebook.com/artan.rock
www.alkarecordlabel.com
www.alkanetwork.tumblr.com

Per informazioni e materiale promozionale:
AlkaNetwork
cell. (+39) 349 5658871 | e-mail: alkanetwork@gmail.com

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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