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Da ufficio stampa

Licenziamento, cassa integrazione, lavoro precario, una grave malattia o un’ infortunio tra le cause della cosiddetta “morosità incolpevole”. Gualmini: “Andiamo incontro alle esigenze delle categorie più fragili”

Bologna – C’è chi ha perso il lavoro, chi ha dovuto chiudere la propria attività a causa della crisi economica, chi si è trovato a sostenere forti spese impreviste, o una mattia grave che gli ha impedito di lavorare. Sono tante le persone che negli anni di crisi si sono trovate ad affrontare il problema di come riuscire a pagare l’affitto di casa.

Sono i cosiddetti “morosi incolpevoli” ai quali vengono destinati quasi 2 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato (1.769.888) e dalla Regione Emilia-Romagna (200 mila) provenienti dal Fondo nazionale per gli inquilini morosi incolpevoli. A rendere disponibili questi contributi il Protocollo firmato oggi a Bologna, al quale hanno aderito, oltre alla Regione Emilia-Romagna, il Tribunale di Bologna, la Provincia di Bologna, i Comuni della Provincia di Bologna, l’Ordine degli Avvocati di Bologna, i Sindacati ele associazioni rappresentative dei proprietari e degli inquilini, Istituti di credito e Fondazioni bancarie.

“Le motivazioni alla base della morosità involontaria continuano ad essere molto importanti e preoccupanti, la perdita di lavoro in primo luogo. Il protocollo ha un altissimo valore politico e simbolico. Testimonia formalmente dell’impegno di tutte le istituzioni dell’Emilia Romagna di farsi carico di questo problema, ognuno per la sua parte. Solo in questo modo, andiamo incontro alle esigenze delle categorie più fragili, in tempi in cui le risorse pubbliche non sono crescenti.” Commenta così Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al welfare, la firma del documento che rende disponibili a partire da oggi i fondi destinati agli inquilini morosi incolpevoli.

L’aiuto alle famiglie in difficoltà consiste in un contributo pro capite, fino a un massimo di 12 mila euro, che può essere utilizzato sia per saldare le rate scadute dell’affitto sia per far fronte ad alcune mensilità future, in modo da non mettere la famiglia nelle condizioni di ricadere nella morosità. La richiesta di contributo deve essere presentata al Comune di residenza.

Il nuovo provvedimento si allinea alle disposizioni contenute nel decreto del ministero delle Infrastrutture e trasporti del 30 marzo 2016, che ha provveduto a ripartire i fondi destinati alla cosiddetta “morosità incolpevole” tra le Regioni (anno 2016) e, soprattutto, a modificare i criteri di accesso ai contributi da parte delle famiglie.

I criteri di accesso

Potranno accedere ai contributi coloro che si trovano in difficoltà economiche oggettive e tali da non riuscire più a sostenere la spesa per il pagamento dell’affitto, purché siano in possesso di un contratto di locazione regolarmente registrato, un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore ai 26 mila euro e quello di situazione economica (ISE) non superiore a 35 mila euro, siano cittadini italiani o di area Ue, se extraeuropei, in possesso di regolare permesso di soggiorno, e non possiedano altre abitazioni in ambito provinciale.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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