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Da Regione Emilia Romagna

Gualmini: “Welfare e sostenibilità ambientale a vantaggio di chi ha più bisogno”.
La Giunta approva l’assegnazione delle risorse, destinate ai Comuni e alle Associazioni di promozione sociale attraverso uno specifico bando. Al via 54 progetti su tutto il territorio.

Bologna- Migliorare l’efficienza energetica degli edifici, promuovere l’utilizzo di energie rinnovabili e alleggerire i costi per il consumo di gas ed elettricità nellestrutture che svolgono una funzione sociale, come le Case di riposo per anziani egli alloggidi Edilizia residenziale pubblica (Erp).
A questi obiettivi sono destinati i 5 milioni di euro stanziati dalla Regione Emilia-Romagna per finanziare i 54 progetti selezionati mediante uno specifico bando, la cui graduatoria ha ottenuto il via libera della Giunta regionale. La cifra complessiva sarà suddivisa tra i titolari degli interventi ammessi al finanziamento: 36 Comuni, per un totale di 3,4 milioni di euro, e 18 Associazioni di promozione sociale, cui andranno 1,6 milioni.

“Un ulteriore tassello che accresce il welfare emiliano-romagnolo- sottolinea la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. Si tratta di risorse programmate, che da oggi sono a disposizione di Comuni e Associazioni per migliorare l’efficientamento energetico di edifici a finalità sociale e case popolari. Con questo intervento- prosegue la vicepresidente- confermiamo il connubio tra welfare e sostenibilità ambientale. Sono tutti obiettivi su cui avevamo puntato, impegnandoci fin dall’inizio del mandato con l’approvazione del piano pluriennale delle politiche abitative. Le finalità individuate nel piano- aggiunge Gualmini- si stanno concretizzando, a vantaggio soprattutto delle persone più bisognose di aiuto. Un segno distintivo per la nostra Regione, a cui teniamo particolarmente”.

I progetti selezionati propongono interventi di manutenzione straordinaria degli edifici (coibentazione e sostituzione degli infissi) e dei relativi impianti di riscaldamento (installazione di nuovi generatori, di valvole termostatiche e di sistemi di regolazione automatica della temperatura), che consentiranno di ridurre i costi a carico degli utenti.
Altri progetti associano al miglioramento dell’efficienza energetica l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, sia termica che elettrica. Rientrano in questa categoria interventi che prevedono l’azione di pompe di calore geotermiche o l’impiego dell’energia solare per la produzione di acqua calda ad uso sanitario o domestico. I lavori previsti nei progetti finanziati dovranno essere avviati entro un anno.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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