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Da: Organizzatori

ORCHESTRA ANTIQUA ESTENSIS direzione e concertazione Stefano Squarzina

Georg Philipp Telemann (1681-1767)
Concerto TWV 52 E1 per flauto traverso e flauto dritto: Largo – Allegro – Largo – Presto solisti Laura Trapani flauto traverso – Stefano Squarzina flauto dritto
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Concerto in Re minore BWV 1060R per oboe e violino, archi e basso continuo: Allegro – Adagio – Allegro solisti Vanja Gentile oboe e Luca Mardegan violino
Antonio Vivaldi (1678-1741)
Concerto in Sol RV 532 per due mandolini, archi e basso continuo: Allegro – Andante – Allegro mandolini solisti Nicola Codecà e Maura Nagliati
Concerto in Sol minore RV 531 per due violoncelli, archi e basso continuo: Allegro – Largo – Allegro violoncelli solisti Luca De Falco e Francesca Neri
Johann Sebastian Bach
Concerto in Re minore BWV 1043 per due violini, archi e basso continuo: Vivace – Largo ma non tanto – Allegro violini solisti Sofia De Falco e Matteo Sartori
Orchestra d’archi ‘Antiqua Estensis’
Violini: Carlotta Travaglini, Simone Baroni, Michele Rimondi, Matteo Sartori, Stefano Franzoni, Edoardo Piva, Giorgio Riberto, Luca Mardegan, Sofia De Falco, France-sco Menini, Giulio Tobia Signorile, Pasquale De Pinto
Viole: Martina Sartori, Marta Fergnani
Violoncelli: Luca De Falco, Francesca Neri, Franco Sartori
C.basso: Alessandra Bozza
Cembalo: Chiara De Zuani

L’Orchestra ‘Antiqua Estensis’ è nata nel 2009 a Ferrara nell’ambito dei corsi di Musica d’Insieme Barocca del Conservatorio di Musica ‘G. Frescobaldi’ di Ferrara, sotto la guida di Enrico Casazza. Successivamente si è sviluppata autonomamente e da qualche anno svolge attività artistica musicale prediligendo repertori barocchi. E’ formata principalmente da giovani musicisti che studiano nella città agli ultimi anni di conservatorio o che hanno già terminato gli studi e si stanno perfezionando in altre importanti Accademie Musicali. Alcuni musicisti di maggior esperienza artistica li affiancano contribuendo alla preparazione e all’organizzazione degli eventi. E’ attualmente diretta da Stefano Squarzina. Il programma comprende tre sommi autori del Barocco con alcuni dei loro più felici Concerti Doppi dedicati a strumenti favoriti, come il mandolino per Antonio Vivaldi, oppure proposti in versioni che affiancano quelle più eseguite: è il caso dei due Concerti BWV 1060 e 1043 di Bach, che si ascoltano frequentemente per due cembali solisti, archi e continuo. Ci troviamo di fronte a composizioni che estendono il Concerto solista con la sua alternanza tra Solo e Tutti, a due strumenti in dialogo. Stili e sensibilità compositive differenti, che restituiscono all’ascoltatore molteplici spunti unificatori. ‘Ne deriva – scrive il musicologo Giovanni Bietti – l’emularsi a vicenda. Non più una semplice esibizione strumentale, un certamen, cioè un suonare, un gareggiare insieme dello strumento solista e dell’orchestra, ma un cum certare, la più probabile radice etimologica di concerto, dunque un doppio certamen, una duplice sfida, dove i due strumenti oltre che gareggiare con il tutti, si sfidano tra loro in una nuova dimensione’. La dialettica che ne nasce affascina per la sua doppia ricchezza, lo scambio di ruoli, e. soprattutto in Bach, per il ricchissimo ordito contrappuntistico. Un altro dato comune ai tre autori è la magnifica cantabilità dei movimenti centrali, con temi d’incredibile bellezza, secondo lo stile del Concerto italiano. Spiega ancora Bietti: «In Bach c’è continuamente questa ispirazione italiana, l’idea del concerto vivaldiano, di Albinoni, di Benedetto Marcello, ripensato e letteralmente trasceso in particolare nella varietà formale, nell’incredibile complessità contrappuntistica». E anche in questi sublimi movimenti i due solisti invertono le proprie funzioni, il secondo canta, il primo accompagna, dialogano continuamente fra loro con melodie che passano dal basso all’acuto.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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