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“Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” Con queste parole Matteo nel suo Vangelo narra uno degli episodi più toccanti fra Gesù e Pietro che, invitato a camminare sull’acqua, si vide pericolosamente affondare.
In questo inizio di terzo millennio il richiamo al miracolo nella Galilea potrebbe essere traccia del racconto di uno degli eventi artistici contemporanei più originali in assoluto nel panorama mondiale: realizzare un originale e ambizioso progetto all’interno del Lago d’Iseo, grazie al prepotente ritorno in Italia del sodalizio artistico di Jeanne Claude e Christo, conosciuto ai più come Christo l`impacchettatore di grandi monumenti, da “Wrapped Fountain” e “Wrapped Medioeval Tower” a Spoleto, a “Wrapped Monuments” a Milano e “The Wall” e “Wrapped Roman Wall” a Roma.

ponte-Christo
Il progetto dell’installazione

Attraverso un grande ponte galleggiante la land art unirà – cosa mai avvenuta prima – la terraferma della sponda bresciana di Sulzano con Peschiera–Maraglio, l’attracco opposto su Monte Isola e collegherà quest’ultima alla piccola isola privata di San Paolo e ritorno.
Alcuni accenni estrapolati dalla presentazione dell’artista: “Il mio nuovo progetto, che avrà un costo di dieci milioni di euro, è stato finanziato grazie alla vendita delle mie opere”, ha spiegato Christo. E prosegue “L’ho chiamata “The Floating Piers”, è un’installazione che si svilupperà per 4,5 chilometri a pelo d’acqua seguendo il movimento delle onde. Dal prossimo 18 giugno al 3 luglio i visitatori potranno camminarvi sopra, sospesi sulle acque, percorrendo il circuito che porterà da Sulzano a Monte Isola e poi fino all’isola di San Paolo. Utilizzerà ben 70.000 metri quadri di tessuto cangiante giallo-arancione, sostenuto da un sistema modulare di pontili galleggianti larghi 16 metri e alti 50 centimetri, formati da 200.000 cubi in polietilene ad alta densità.”
La particolarità geografica su cui si regge questa performance artistica internazionale è Monte Isola, il comune bresciano che “spicca” appuntito dal Lago d’Iseo. Questa località possiede un record: è l’isola lacustre più grande d’Italia e dell’Europa meridionale e centrale. Con circa 1800 abitanti si sviluppa su una superficie di circa tredici km quadrati e un perimetro di circa nove km, che possono essere percorsi in circa 3 ore di sereno cammino, la gran parte a ridosso dell’acqua.
Io l’ho rivissuta in questi primi giorni di aprile, dopo esattamente trent’anni, trovandola immutata. Un’emozione rivedere gli undici piccoli villaggi dispersi fra l’argenteo dei numerosi ulivi, il verde dei boschi, collegati dalle tortuose strade costiere e interne, che attraverso un efficiente servizio di minibus si raggiungono puntualmente.
Questi piccoli e caratteristici borghi di origine medievale possono naturalmente essere raggiunti anche a piedi o in bicicletta, mentre le auto sono vietate. Consiglio l’escursione al Santuario della Madonna della Ceriola , posto a 600 metri sul livello del mare, dal quale si gode un panorama esteso alle Prealpi e alle Alpi.
Come accade in questi frangenti, anche sull`isola si esaltano da una parte gli aspetti positivi dell’evento artistico, percepito come una grande occasione di rilancio del territorio allargato alla terraferma, mentre nel giudizio di altri prevalgono i disagi arrecati, considerando che molte strade sulla terraferma verranno limitate nel loro utilizzo e la pressione dei visitatori (decine di migliaia sono gli attesi) potrebbe non conciliarsi con le infrastrutture esistenti.
Di certo i vantaggi potrebbero estendersi anche a un settore strategico per l’economia dell’area: l’enogastronomia, basata sui deliziosi piatti di pesce di lago e, in larga parte, sui vini della Franciacorta, le cui preziose bollicine potrebbero inebriare nella grande vetrina internazionale dell’evento, colmo di aspettative fra il sacro camminare che ci ha consegnato Matteo l’evangelista e il profano dell’eccentrico artista bulgaro cittadino del mondo.

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Marco Bonora

Nato sul confine fra le province di Bologna e Ferrara, dove ancora vive e risiede . Si occupa di marketing e di progettazione nel settore Architettura per una industria vetraria, lavora in una multinazionale euroamericana. E’ laureato in Tecnologie dei beni culturali e in Scienze e tecnologie della comunicazione presso l`Università di Ferrara. Scrive articoli su riviste del settore e ha pubblicato due volumi tematici sul vetro contemporaneo innovativo e sul vetro artistico delle vetrate istoriate del `900 presenti nelle chiese del nostro territorio. Grande passione da sempre per i viaggi a corto e lungo raggio e il mare.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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