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Da: Cia Ferrara

Consegnate a due aziende agricole di Camerino (MC) colpite dal sisma altre due unità mobili offerte da Cia Ferrara e Cia Reggio -Emilia

Continuano i gesti di solidarietà di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara nei confronti delle aziende agricole e le persone colpite dal sisma del Centro Italia. Grazie ai proventi raccolti dall’evento di solidarietà “La Terra nel cuore” lo scorso 9 dicembre e il contributo di Cia – Emilia – Romagna sono state consegnate ieri (10 dicembre) due case mobili a due aziende agricole marchigiane di Camerino (MC) che vivevano sinora in condizioni davvero precarie e naturalmente non volevano abbandonare le loro aziende cerealicole. I due moduli potranno ospitare sei persone ciascuno e consentiranno a Ivo Polucci e Rosilio Milici e alle loro famiglie di continuare a lavorare e soprattutto di superare le temperature rigidissime di questi giorni che stanno peggiorando ulteriormente le condizioni dei terremotati.

A consegnare le unità mobili – che vanno ad aggiungersi a quella già consegnata lo scorso dicembre – arrivate a destinazione tra molte difficoltà dovute dalle condizioni climatiche sono stati Stefano Calderoni, presidente di Cia – Ferrara, Cristiano Fini, vicepresidente di Cia Emilia-Romagna e Gianfranco Tomasoni, un allevatore di Cia Ferrara che si è speso molto negli ultimi mesi per organizzare la raccolta fondi. «Le aziende agricole e le persone delle Marche e delle altre zone del Centro Italia colpite dal sisma – ha spiegato Calderoni – stanno vivendo una grave emergenza perché gelo e temperature rigidissime hanno reso le condizioni di agricoltori e allevatori ancora più difficili. Basti pensare che, per non abbandonare le proprie aziende, le due famiglie che hanno ricevuto le unità mobili vivevano in un garage e in una piccola roulotte. Per questo non abbiamo esitato e, nonostante le difficoltà, abbiamo deciso di consegnare le due casette, continuando il percorso di solidarietà e sostegno iniziato da Cia già a poche ore dal sisma. Bisogna fare in fretta, anche per risolvere il grande problema della messa in sicurezza delle stalle e del ricovero degli animali che sono esposti alle intemperie.

Noi abbiamo colto l’aggravarsi della situazione in maniera netta, perché ormai si è creato un collegamento simbolico ma anche molto concreto tra due popolazioni che hanno vissuto lo stesso problema e con fatica e impegno hanno lavorato per ricostruire. Ora – conclude Calderoni – il sostegno deve continuare e noi pensiamo che sia un atto di responsabilità che dovrebbe riguardare non solo le istituzioni ma anche le associazioni come la nostra e le aziende private. Perché se l’impegno è di tutti riusciremo a donare altre case e a fare davvero la differenza per delle aziende agricole che devono riprendere a lavorare e a produrre.»

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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