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Da ufficio stampa

L’associazione ha finora consegnato unità abitative mobili e contributi di solidarietà per un valore di 25mila euro grazie alla generosità delle aziende agricole associate e delle aziende del territorio

 Ferrara: Continua la solidarietà di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara nei confronti delle terre colpite dal sisma in Centro Italia. Questa volta la destinazione è Capitignano – una cittadina di poco più di seicento abitanti nel cuore dell’Abruzzo in provincia dell’Aquila – un altro territorio messo duramente alla prova dallo sciame sismico, dove le aziende agricole faticano a riprendere regolarmente la loro attività. Obiettivo del viaggio di Stefano Calderoni, presidente provinciale Cia, Gianfranco Tomasoni, allevatore Cia, Massimo Piva, vicepresidente Cia Ferrara, Sergio vassalli, coordinatore dei Giovani Agricoltori Cia (Agia) la consegna di un’unità abitativa mobile all’agriturismo “La Canestra” donata da Cia Ferrara.

Negli ultimi mesi l’associazione ha donato alle popolazioni colpite dal sisma unità mobili e contributi di solidarietà per un valore superiore a venticinquemila euro, grazie agli agricoltori, alle aziende del territorio e ai cittadini.  I fondi sono stati raccolti grazie al Kit Amatriciana Solidale, proposto nelle piazze di Ferrara lo scorso autunno e l’evento La Terra nel cuore, che si è svolto lo scorso 9 dicembre a Portomaggiore.

«Le nostre sono iniziative di agricoltori per agricoltori, di un territorio per il bene di altri territori in forte difficoltà – ha commentato Gianfranco Tomasoni, allevatore Cia che si è speso fin da subito in prima persona per sostenere gli allevatori del centro Italia – che hanno bisogno di aiuti concreti e di sentire che l’intero settore agricolo si sta muovendo per non lasciarli soli. Davanti a stalle e aziende inagibili, agricoltori e allevatori costretti a trovare soluzioni abitative precarie pur di non abbandonare la propria azienda, non potevamo stare con le mani in mano. Anche a livello regionale e nazionale sono state davvero tante le azioni si solidarietà, non ultima quella che ha recentemente portato gli agricoltori Cia a consegnare balloni di fieno agli allevatori. Il nostro impegno per la solidarietà continuerà naturalmente anche nei prossimi mesi.»

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CIA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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