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da: ufficio stampa Cna Ferrara

Organizzata dalle CNA di Ferrara, Ravenna, Imola, Forlì – Cesena, Rovigo e Rimini e da Cna Produzione nazionale per favorire relazioni commerciali ed economiche.
Il presidente Minarelli: non attendiamo la ripresa per sostenere le imprese che vogliono crescere.

Dall’economia vengono primi segnali positivi, ma gli oltre 300 imprenditori e imprenditrici ferraresi, di diverse aree della regione e di quelle limitrofe, che si presenteranno venerdì 22 maggio, alla Fiera di Ferrara per la seconda edizione di Cna Business Day, hanno deciso di non attendere che la ripresa si manifesti in tutta evidenza e cercheranno, invece, di gettare le basi per future collaborazioni economiche e commerciali, mettendo a frutto la capacità di fare rete tra imprese.
Quest’anno, la manifestazione, imperniata sul business to business, è organizzata dalle Cna di Ferrara, Ravenna, Imola, Forlì – Cesena, Rovigo e Rimini e da Cna Produzione nazionale, con la partnership dell’Associazione Costruiamo Opportunità e il contributo di UniCredit, Citroen, Heracomm, Acantho, Avis e Cna ServiziPiù; patrocini del Ministero dello Sviluppo economico, della Regione Emilia Romagna e del Comune di Ferrara.
La giornata, con un programma molto intenso, si aprirà alle 9,30 con i saluti del presidente provinciale della Cna di Ferrara, Alberto Minarelli, di Paolo Govoni, presidente della Camera di Commercio di Ferrara e presidente regionale della Cna, Filippo Parisini, presidente dell’Ente Fiera di Ferrara, Luciano Resciniti, Area manager UniCredit Ferrara. Alle 10, iniziano i «matching», cioè gli incontri programmati tra le imprese partecipanti, che si avvicenderanno fino alle ore 12, per lasciare spazio ad un workshop dedicato al tema dell’internazionalizzazione, coordinato da Alessandro Battaglia, responsabile dei Cna Produzione e Cna Internazionalizzazione di Ravenna. Intervengono: Pierpaolo Giannaccari, specialista per l’Estero di UniCredit su “Gli strumenti di pagamento nel commercio internazionale” e Gaetano Bergami, presidente nazionale di Cna Produzione su: “Il futuro della manifattura in Italia”.
Dalle ore 13 alle 14,25 si svolgerà un «BarCamp» gestito da Cna Giovani Imprenditori, in occasione del quale le aziende partecipanti presenteranno brevemente le proprie attività e idee. Alle 14,30 riprendono gli appuntamenti tra imprenditori, che costituiranno la parte più rilevante del programma della giornata, proseguendo fino alle 19; i partecipanti potranno avvalersi della consulenza gratuita di professionisti qualificati negli ambiti della internazionalizzazione, reti d’impresa e cluster, formazione e promozione web.
“Il business to business si sta dimostrando sempre più – sottolinea il presidente provinciale della Cna, Alberto Minarelli – una modalità efficace per trovare partner, nuovi clienti e fornitori, per collaborazioni nell’ambito di filiere produttive o di nuovi segmenti di mercato, in un’ottica di sviluppo e competitività aziendale. Fare rete e utilizzare la relazione tra imprese del proprio settore, o viceversa di settori diversi, contribuisce ad allargare la visuale e le conoscenze, a stabilire nuovi contatti, innescando comunque azioni con effetti positivi per la propria attività. D’altra parte, i primi segnali di ripresa registrati in questi ultimi mesi non ci rendono ancora certi che l’economia ricomincerà a crescere, portando ossigeno ai diversi comparti produttivi e dei servizi. Cna e le aziende che parteciperanno questa edizione di Cna Business Day, in ogni caso, daranno il proprio contributo per creare le condizioni di uno sviluppo che, comunque, non può che realizzarsi attraverso il protagonismo delle imprese”.
Sono 140 le imprese che daranno vita all’evento, rappresentative dei diversi settori economici: della meccanica, chimica, materie plastiche, costruzioni, dell’abbigliamento, energia, legno arredamento, impianti, elettronica, agroalimentare, servizi informatici, comunicazione e marketing, e inoltre studi professionali di servizio alle imprese.

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CNA FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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