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Riso, pasta e tisane “made in Ferrara” dai campi di Jolanda ai consumatori. In occasione delle Giornate del Riso a Jolanda di Savoia, Bonifiche Ferraresi, in collaborazione con Coldiretti ha accolto cittadini e curiosi, raccontando con oggetti, filmati e testimonianze il passato ed il futuro di una grande azienda agricola italiana.

La filiera dei prodotti agricoli made in Italy, dai campi allo scaffale di vendita, si è arricchita di un nuovo marchio, LE STAGIONI D’ITALIA, che caratterizzerà i prodotti messi in vendita diretta da Bonifiche Ferraresi spa, la grande azienda agricola con sede nel ferrarese, a Jolanda di Savoia, e terreni tra Jolanda, Mirabello, la Toscana e la Sardegna.
Durante la manifestazione “Le giornate del riso”, che si tiene da anni nel comune di Jolanda, uno dei poli produttivi del riso, che ha ottenuto per le sue caratteristiche anche la denominazione comunitaria IGP, Bonifiche Ferraresi ha aperto le porte per due giorni ai cittadini ed ai curiosi, organizzando una visita guidata alle palazzine storiche della direzione ed ai nuovi siti dove sono sorti un campus universitario ed un auditorium, raccontando la storia ultracentenaria dell’azienda, le sue vicende, il passato e soprattutto il presente ed il futuro, con il ruolo di apripista alle nuove tecnologie ed all’agricoltura 4.0 di Bonifiche.
Il tutto all’interno della condivisione del progetto Coldiretti sulle filiere e sul made in Italy, con la produzione di riso, pasta ed anche tisane ed erbe officinali che vengono coltivate e commercializzate con un proprio marchio.
Notevole l’interesse dei presenti per una storia che è anche la storia di un vasto territorio, strappato alle paludi e diventato un importante distretto agricolo, ed oggi anche zootecnico con un allevamento di bovini da carne all’avanguardia, così come per attrezzi agricoli antichi, testimonianze storiche con filmati, foto, libri e documenti, ed infine lo sguardo al futuro che è ormai attualità, con l’uso delle moderne tecnologie all’interno della sostenibilità produttiva.
Ai convenuti, dopo l’opportunità di vedere dal tetto dell’auditorium il paesaggio circostante, l’omaggio di un pacchetto di riso Carnaroli prodotto nelle risaie di Bonifiche e l’assaggio di pasta e pizza con farine di grani antichi.

Da: Coldiretti Ferrara

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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