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da: ufficio stampa Comune di Comacchio


Il Comune diventa il primo azionista della società prossima alla fusione con CMV raccolta COMACCHIO.

AREA ha formalizzato oggi l’ingresso del Comune di Comacchio nella società di raccolta dei rifiuti, votando all’unanimità per questo nuovo passo che rafforza ulteriormente la solidità del proprio progetto strategico di semplificazione e miglioramento del servizio di gestione dei rifiuti a livello provinciale.
L’entrata di Comacchio, deliberata nel corso di un’Assemblea che ha visto tutti i soci di Area riunirsi simbolicamente proprio a Comacchio, è stato possibile attraverso un aumento di capitale sociale per un importo di circa 484 mila euro, che farà del Comune lagunare il primo azionista della società, con 24.217 azioni pari a circa il 30% del totale.
«L’operazione ufficializza un rapporto di collaborazione già attivo dal 2004 – ha commentato il Sindaco di Comacchio, Marco Fabbri. – Si può dire che da dodici anni Comacchio fosse un “socio di fatto” di Area, ma senza la possibilità di partecipare alle assemblee e dunque alle scelte strategiche della società. Ora, con la conclusione positiva di questo processo, siamo in regola anche con le nuove richieste dell’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e i rifiuti (ATERSIR)». In base alle ultime normative sui soggetti che forniscono servizi pubblici ai cittadini dei Comuni soci (le cosiddette società in house), non sarebbe stato altrimenti più possibile per Area curare la gestione dei rifiuti del territorio comacchiese in mancanza di una partecipazione del Comune alla compagine societaria.
«Ora potrà continuare regolarmente il processo di rinnovamento dei servizi di raccolta e gestione dei rifiuti – ha aggiunto il presidente di Area, Gian Paolo Barbieri – in un territorio come quello del Comune di Comacchio, che ha bisogno di attenzioni sia per le particolarità urbanistiche e paesaggistiche che lo contraddistinguono, sia per il grande afflusso stagionale di turisti e villeggianti».
Un altro passaggio cruciale compiuto, dunque, in vista della sfida successiva: la prossima fusione con CMV raccolta, che porterà alla nascita di CLARA, soggetto unico che si occuperà della gestione dei rifiuti dal centese fino alla costa, coprendo con i propri servizi innovativi – con le sole eccezioni del capoluogo estense e di Argenta – ben 22 dei 24 comuni ferraresi.

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COMUNE DI COMACCHIO


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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