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Da Comune di Comacchio

L’Amministrazione Comunale ha lanciato un nuovo, importante concorso di idee, teso alla crescita del territorio e finalizzato al recupero e alla riqualificazione del complesso denominato “Sant’Agostino”. Gli interessati possono far pervenire entro le ore 12 del 31 ottobre p.v., le loro proposte progettuali, in busta chiusa, seguendo le indicazioni dettagliatamente riportate nel bando, in pubblicazione sul sito comunale (http://www.comune.comacchio.fe.it/index.php/I-Servizi/Gare-appalti-e-contratti/Gare-e-appalti-aperti/Servizi/Concorso-di-idee-per-la-riqualificazione-urbana-del-comparto-denominato-Sant-Agostino-in-Comacchio), consultabile anche sulla Gazzetta Ufficiale della repubblica Italiana e sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e all’Albo Pretorio online. La riqualificazione del comparto comparto di Sant’Agostino e dell’area urbana, oggi attualmente in stato di avanzato degrado, in un’ottica di sostenibilità ambientale, costituisce l’obiettivo principale del concorso di idee, alla realizzazione del quale concorre anche il recupero dell’ area su cui insisteva l’ex-convento, nonchè della Piazza Roma e del giardino che lo cingono. Lo scopo è quello di realizzare un teatro-auditorium nel sedime dell’ex Convento/Fortezza/Scuola,  (da 500 posti per lo svolgimento di eventi e manifestazioni pubbliche di carattere culturale di valenza regionale e nazionale).  – L’intento del Comune di Comacchio è anche quello di realizzare il sistema di aree verdi in tutta l’area circostante l’ex convento ed il futuro teatro. In particolare il giardino di Piazza Roma, dovrà riprendere il disegno neoromantico di matrice otto-novecentesca, in un contesto di valorizzazione ambientale del canale Sant’ Agostino e delle sue sponde. Da ultimo, ma non per ultimo, si punta a preservare e a mettere in sicurezza i relitti residui, a partire dal campanile del convento. I versanti della riqualificazione che l’Amministrazione Comunale si prefigge di attuare attraverso il concorso di idee non sono solo di natura urbana, ma riguardano anche la viabilità ed il sistema delle aree verdi. I risultati che deriveranno dalla realizzazione del progetto sono quelli dell’integrazione dell’offerta culturale del comparto di Palazzo Bellini, del Museo del Delta Antico e della nascente “Casa delle Arti”,  prevedendo altresì l’individuazione di parcheggi, per garantire adeguate aree di sosta ai fruitori. Sul sito comunale sono dettagliatamente riportati requisiti e modalità di partecipazione al concorso di idee, il quale culminerà con una graduatoria di merito, come di seguito indicato:
• n. 1 premio di euro 7.000 per la proposta ideativa vincitrice a titolo di rimborso spese, che verrà considerato quale acconto per un eventuale successivo incarico;• n. 1 premio di € 2.000 per la proposta ideativa seconda classificata, a titolo di rimborso spese; • n. 1 premio di € 1.000 per la proposta ideativa terza classificata, a titolo di rimborso spese.
L’importo presunto per la realizzazione del progetto di fattibilità, del progetto definitivo, del progetto esecutivo, del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, della direzione lavori e del coordinamento per la sicurezza in fase di esecuzione, è pari a  550.000 euro (cinquecentocinquatamilaeuro/00) comprensivo dei premi previsti per l’aggiudicazione del concorso di idee. E’ stato delineato dunque l’avvio di un percorso che si colloca nella strategia di potenziare le due “teste” del centro storico di Comacchio: Sant’ Agostino da un lato e l’area su cui sorge il Loggiati dei Cappuccini dall’altro, al fine di innescare una riqualificazione complessiva dell’intero centro.
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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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