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Da Comune di Comacchio

Centro Servizi per il lavoro
Sportello per le politiche attive

Dal prossimo mese di settembre nella sede di Porto Garibaldi (piazza Don Giovanni Verità, 24 ore settimanali e 4 esperti a disposizione) sarà operativo lo “Sportello Servizi per il Lavoro”gestito dalla Fondazione San Giuseppe C.F.P C.E.S.T.A; unico ente provinciale per le politiche del lavoro nel distretto sud – est accreditato dalla Regione Emilia Romagna per l’erogazione di servizi formativi e di misure di politica attiva per l’occupazione.

Si tratta di un servizio frutto di scelte strategiche della stessa Regione, accolto favorevolmente dal Comune di Comacchio che ha individuato gli spazi di Porto Garibaldi per dare avvio a un presidio che punta a creare una rete attiva per il lavoro allo scopo di arricchire i servizi già presenti in favore di chi cerca occupazione per rispondere con efficacia, specializzazione e innovazione alle esigenze dei cittadini e del sistema economico-produttivo. Saranno attivati percorsi personalizzati, destinati e giovani e non per accompagnarli, fra orientamento e qualificazione, ad individuare le possibilità lavorative.
La Rete costituita insieme dai servizi pubblici e dai privati accreditati, sarà coordinata dall’Agenzia Regionale per il Lavoro.

Il sindaco di Comacchio Marco Fabbri ha spiegato in proposito “La dislocazione dei centri per l’impiego ha visto la chiusura di uffici ad Argenta e Copparo, il nostro è collegato a quello di Codigoro. E’ necessario fornire riposte adeguate all’occupazione e non vi saranno accavallamenti fra i servizi. L’attivazione dell’ufficio della Camera di Commercio in città e ora l’apertura del Centro servizi per il lavoro rappresentano risposte concrete per fare squadra e creare quel sistema sinergico che possa dare risposte concrete. Ed è quello che abbiamo chiesto a tutti i sottoscrittori del Progetto Comacchio incontrati la settimana scorsa”.

“La Regione Emilia – Romagna ha previsto provvidenze utili a sostenere il mondo della formazione: sia dei giovani sia per chi deve ridefinirsi professionalmente – ha specificato il dirigente Roberto Cantagalli -. Puntiamo dunque sulla qualificazione, attraverso percorsi dedicati alle persone, perché ogni individuo possa contare su un sistema che si occupa di lui. Si tratta di una svolta epocale che mette al centro la persona e la sua formazione: un modello che in Europa ha dato risultati positivi”

L’attività della Fondazione San Giuseppe, ha sottolineato il suo presidente Giovanni Lolli, si inserisce in una realtà che ha grandi possibilità di sviluppo “Sul territorio provinciale del distretto sud-est incidono fattori socio-economici che per essere adeguatamente affrontati richiedono una nuova concezione dei servizi con risposte strutturali a fronte di una disoccupazione elevata (17% a livello provinciale), a Comacchio il tasso sale al 24%, sfiorando il 40% fra i giovani e le donne; si rileva inoltre una scolarizzazione contenuta, e questo costituisce un limite per l’inserimento nel mercato del lavoro e rende necessaria la messa in atto di misure complementari di accompagnamento e politica attiva. Sono tre i pilastri del network per il lavoro: Centri per l’impiego, agenzie per la formazione, agenzie interinali”.

Il Centro, in cui opereranno esperti del mercato del lavoro, dell’orientamento e dei sistemi per l’ autoimpresa, si attiverà con azioni supportate dalle misure di sostegno regionali, fra le altre, con la Legge 14/2015: 55 azioni di orientamento specialistico, 10 azioni di accompagnamento al lavoro, 56 percorsi tutoraggio in azienda, 130 tirocini in azienda, 39 percorsi di sicurezza, e dal Fondo regionale disabili: 20 tirocini (di sei mesi) sei percorsi di tutoraggio in azienda, e specifici percorsi formativi, solo per citarne alcuni.

L’assessora Alice Carli ha infine puntualizzato “Ritengo che ogni iniziativa destinata al lavoro sia da sostenere, sempre. I dati preoccupanti sulla dispersione e l’abbandono scolastico precoce del distretto sud – est e le necessità occupazionali del nostro territorio richiedono risposte precise, concrete e tutto ciò che può servire a individuare soluzioni è il benvenuto. Per questo il Centro servizi per il lavoro rientra fra le azioni prioritarie, senza dubbio alcuno, del Progetto Comacchio”

Informazioni, incontro domanda-offerta di lavoro, consulenza e promozione della mobilità professionale, accompagnamento al lavoro e alla formazione, consulenza e accompagnamento all’avvio di impresa e all’autoimpiego, consulenza orientativa, formalizzazione e certificazione delle competenze sono i servizi che il network dovrà garantire alle persone.

Comacchio, 26 luglio 2017

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COMUNE DI COMACCHIO


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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