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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

“Sin dalla prima edizione la Festa dei Vicini ha riscontrato a Comacchio una bella e vivace partecipazione – ha commentato oggi pomeriggio il Direttore dell’Acer Diego Carrara – per grandi e piccini. C’è sempre tanta soddisfazione ad organizzare qui la festa che vuole promuovere ed incentivare i valori della solidarietà e del buon vicinato, perchè il clima è sempre aperto ed ospitale.”
La quinta edizione de “La Festa dei Vicini”, iniziativa promossa ed organizzata da Acer di Ferrara e Comune di Comacchio, in collaborazione con la Cooperativa sociale Girogirotondo e con la Cooperativa sociale “Work & Services”, è stata oggi un’occasione speciale di incontro per i tanti assegnatari di alloggi pubblici di Via Spina, ma anche per altri residenti che si sono uniti alla festa di quartiere. Nel parco pubblico adiacente ai locali del Circolo ricreativo “Laguna” sono stati allestiti gazebi adibiti ad animazione, laboratori di disegno per bimbi, ma anche tavoli colmi di dolciumi messi a disposizione in parte dall’Acer e in parte da qualche residente. I dipendenti dell’Acer a titolo volontario si sono impegnati negli allestimenti per garantire la migliore riuscita della festa. In rappresentanza dell’Amministrazione Comunale hanno partecipato la dirigente del settore Politiche Sociali, Giuseppina Pascale ed il funzionario Mario Ferioli. Presenti anche Michele Brandolini ed Angela Molossi, rispettivamente responsabile economico e responsabile dell’Ufficio Clienti di Acer. Quest’ultima ha sottolineato come “ci crediamo allo spirito di questa iniziativa, utile a stemperare il clima di acredine e di nervosismo che talora percepiamo negli uffici. La Festa dei Vicini è un’occasione per stare insieme e riscoprire i rapporti sociali attraverso la collaborazione, la disponibilità e la solidarietà, per dare forma al valore del buon vicinato.” Il Sindaco Marco Fabbri e l’Assessore alle Politiche Sociali Sergio Provasi pur non potendo partecipare per altri impegni non rinviabili, rinnovano il pieno sostegno ad un’iniziativa capace di creare coesione sociale, dialogo ed amicizia, andando oltre il contesto ludico della stessa.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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