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Sono 11 gli organismi che beneficeranno dei fondi stanziati dalla Giunta regionale. L’assessore Corsini: “Un volano per investimenti di ammodernamento e innovazione tecnologica, e un aiuto alle imprese nella sfida competitiva dei nuovi mercati”. Circa 980.000 euro per rafforzare il fondo rischi degli organismi associativi e 650.000 euro per abbattere di due punti il costo degli interessi sui prestiti bancari

Bologna – Oltre 1 milione e 630mila euro per favorire l’accesso al credito e ridurre il peso degli interessi sui prestiti concessi dalle banche alle piccole imprese del settore del commercio al dettaglio attraverso la rete dei confidi. È l’ammontare dei finanziamenti fissato da una delibera – la n. 1975/2017 – approvata nei giorni scorsi dalla Giunta regionale che ha stabilito la ripartizione per il 2017 dei contributi previsti dalla legge regionale n. 41/1997 sugli interventi per la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori della rete distributiva.

“Con questo intervento- sottolinea l’assessore regionale al Commercio, Andrea Corsini- mettiamo a disposizione un significativo plafond di risorse che faranno da volano per gli investimenti mirati a favorire l’ammodernamento e l’innovazione tecnologica delle imprese, l’ampliamento di locali di vendita, nonché per migliorare e diversificare l’offerta di prodotti e servizi. L’obiettivo principale è quello di sostenere, anche con strumenti finanziari, le piccole imprese perché siano in grado di affrontare con armi più adeguate le sfida competitive dei nuovi mercati”.

Gli organismi beneficiari

Sono 11 i consorzi fidi operanti a livello regionale a cui andranno le risorse messe a disposizione dalla Regione, di cui oltre 980mila euro per il rafforzamento del fondo rischi e del patrimonio di garanzia degli organismi associativi che affiancano le aziende nei rapporti con il mondo bancario e i restanti 650mila euro per la concessione di contributi in conto interessi sui mutui erogati dagli istituti di credito alle imprese a loro associate.

Nel riminese sono tre gli organismi di garanzia che riceveranno i fondi: Confidi Punto Net, cui andrà un contributo complessivo di 128,5mila euro; Finterziario (circa 40mila euro) e Fidati, che potrà contare su circa 10mila euro. Altri tre confidi beneficiari dei finanziamenti hanno sede a Bologna: sono, in ordine di grandezza dell’importo, Unifidi Emilia-Romagna (905mila euro), Italia Com-Fidi (213mila) e Cofiter (124mila). L’elenco prosegue con Creditcomm e Coroga, entrambi con sede a Forlì, rispettivamente con 74,6mila e un migliaio di euro; Confidi di Cesena (72,7mila), Garcom di Piacenza e Cooperativa di garanzia tra commercianti di Parma, entrambe con oltre 30mila euro.

Due tranche finanziarie

Le risorse erogate dalla Regione serviranno da una parte (per oltre 980mila euro) per irrobustire i confidi sotto il profilo patrimoniale, in modo da rafforzare il loro ruolo di garanti dei prestiti alle imprese nei confronti degli istituti di credito; dall’altra (per 650mila euro) per alleggerire il peso degli interessi sui prestiti erogati dalle banche. I due interventi sono indirizzati a tutte le imprese di piccole dimensioni, socie dei rispettivi confidi, che operano sul territorio regionale, indipendentemente dal settore merceologico di appartenenza, comprese quelle ambulanti.

In particolare, grazie ai contributi regionali, sarà possibile ridurre di due punti il tasso di interesse sui prestiti applicato dalle banche e stabilito dalle apposite convenzioni stipulate tra i singoli confidi e gli istituti di credito. I confidi dovranno comunicare entro il 31 dicembre 2019 l’elenco delle imprese destinatarie dei contributi in conto interessi.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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