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In Emilia-Romagna si allarga il Reddito di solidarietà: più alto, lo riceveranno più persone e per più tempo. La Regione integra le risorse per dare un aiuto alle famiglie in difficoltà. Gualmini: “Pilastro del nostro welfare, universalistico e trasversale”

Via libera dell’Assemblea legislativa alle nuove regole, per uniformarsi alla misura nazionale. La soglia Isee sale a 6mila euro e l’erogazione passa da 12 a 18 mesi. Da settembre scorso già più di 21 mila richieste. I dati relativi ai singoli territori

Bologna – Ancora più Reddito di solidarietà in Emilia-Romagna, che potrà essere richiesto da un maggior numero di persone, verrà erogato per più tempo e anche l’importo potrà crescere. L’Assemblea legislativa ha infatti approvato i nuovi criteri per l’accesso alla misura di sostegno ai nuclei famigliari in forte difficoltà economica approvata dalla Regione nel 2016 e operativa dal settembre scorso. Il provvedimento si è reso necessario per integrare il RES con il sistema di norme previste a livello nazionale dal Reddito in inclusione (Rei), la nuova misura nazione di contrasto alla povertà che da luglio amplierà la platea dei beneficiari. Il via libera dell’Aula al provvedimento legislativo, proposto da Pd, Sinistra italiana, Gruppo misto/leu, è arrivato con 30 voti favorevoli, 10 contrari, zero astenuti. Il Rei eliminerà i vincoli riferiti alla composizione del nucleo familiare (presenza di figli minori, donne in gravidanza, disabili, disoccupati over 55) e gli unici requisiti di accesso diventeranno quelli di natura economica, oltre alla residenza e durata del diritto di soggiorno. Sostanzialmente, il contributo regionale andrà ad integrare quello statale, rendendo disponibile per le famiglie assegnatarie quote più rilevanti.
Con le nuove regole, il Res (contributo regionale) – finanziato dalla Giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini con 33 milioni di euro per il 2018 e 35 per il 2019 – varierà in base al numero dei componenti della famiglia secondo la scala di equivalenza Isee (parametro che permette di confrontare situazioni familiari differenti). Le novità più significative per l’accesso al contributo riguardano dunque i nuovi limiti di reddito e patrimoniali: dichiarazione Isee (indicatore della situazione economica complessiva) la cui soglia viene innalzata fino a un massimo di 6.000 euro l’anno (attualmente 3.000 euro); patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro; patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) fino a un massimo di 10.000 euro. Si modifica inoltre la durata del contributo che viene estesa a 18 mesi anziché 12 come successo finora.

“Le misure contro la povertà estrema- spiega la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini- diventano un livello essenziale delle prestazioni, questo è il passaggio più importante. Un nuovo pilastro del nostro welfare, universalistico e trasversale, parallelo a quello dei servizi tradizionali per lo più organizzati secondo target e segmenti di popolazione”.

“I nostri Comuni- prosegue- stanno portando avanti questa rivoluzione con grande impegno e grande sforzo per poter offrire ai cittadini di questa regione un aiuto concreto in un momento di grave e seria difficoltà. Stiamo incontrando i cittadini che già stanno ricevendo il Reddito di solidarietà, una misura che solo 3 anni fa non esisteva a beneficio di migliaia di famiglie e anziani che oggi stanno ricevendo questo aiuto. Ci rende fieri e orgogliosi aiutare chi ne ha realmente bisogno, a recuperare una propria dimensione sociale e lavorativa- prosegue la vicepresidente- a condizioni ben precise e per un periodo limitato, a fronte di un impegno specifico”.

“Equità e uguaglianza- conclude la vicepresidente Gualmini- si raggiungono con soluzioni innovative, sperimentando e mettendo alla prova servizi e politiche nuove, spesso molto complesse, soprattutto se l’obiettivo è che quello di ritagliarle a misura di ogni singolo nucleo familiare, senza mai indietreggiare e fermarsi”.

Cosa cambia con la riforma del Reddito di solidarietà
Con le modifiche approvate dall’Assemblea legislativa, in base ai requisiti di accesso, che diventano gli stessi rispetto al Rei (il provvedimento nazionale), la misura regionale andrà ad integrare il contributo economico alle famiglie previsto dallo Stato con una somma fissa, ancora da definire, erogabile per 18 mesi e rinnovabile per altri 12.
Come in precedenza, l’accesso al Res è subordinato alla partecipazione ad un progetto di inserimento sociale e lavorativo concordato e sottoscritto dai beneficiari, con l’obiettivo di superare povertà o rischio di marginalità.
Con il nuovo provvedimento, agganciato alla misura nazionale del Reddito di inclusione, viene dunque superato il regolamento per l’accesso al Res adottato dalla Regione nel 2017.

Non cambia la collaborazione tra i Servizi sociali comunali e i Centri per l’impiego, il ruolo dei Comuni e dell’Inps, l’erogazione del contributo tramite carta prepagata delle Poste italiane e le modalità per accedere al Rei e al Res, basterà infatti fare un’unica domanda, da presentare ai Servizi sociali dei Comuni la cui ammissibilità verrà successivamente valutata dall’ Inps.

Oltre 21mila le domande già presentate
Nei primi 8 mesi di operatività del RES attivato dalla Regione (fino a 400 euro al mese per nuclei famigliari composti da 5 persone, su carta ricaricata dell’importo) le domande inoltrate dai cittadini ai Servizi sociali del proprio Comune di residenza sono state complessivamente 21.238 su una popolazione residente di 997.372 persone. A livello territoriale il maggior numero di richieste si è registrato a Bologna con 4.765 domande, segue Modena (4.263 domande), poi Reggio Emilia (2.224), Ravenna (2.129), Ferrara (1.793), Parma (1.722) e Rimini (1.772), Forli’-Cesena (1.490) e Piacenza (1.080)./Ti.Ga.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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